Coronavirus, il decreto urgente del governo che modifica le regole da seguire nella lotta alla diffusione del contagio. Il decreto è entrato in vigore dalla mezzanotte del 2 marzo 2020 e sostituisce l'ordinanza emanata il 23 febbraio dal titolare della Salute d'intesa con il presidente Luca Zaia.
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Decreto del governo, tutte le misure
Cinema e discoteche restano chiusi fino all'8 marzo. Musei, ristoranti, bar, chiese e negozi potranno essere aperti, ma ad una condizione: che si evitino "assembramenti", quindi che sia prevista una presenza "contigentata" di persone e che i luoghi assicurino una distanza tra i visitatori di almeno un metro: il criterio del "droplet". Che però, nella proposta dei governatori delle Regioni del Nord, consentiva, a quelle condizioni, l'apertura anche ai cinema. Il governo ha invece applicato il criterio del droplet a cheise, musei, negozi, bar e ristoranti, ma per i cinema resta la sospensione dll'attività fino all'8 marzo.SCUOLE E UNIVERSITA'
Inoltre per tutta la settimana le lezioni fisiche resteranno sospese nelle scuole e nelle università, così come in Friuli Venezia Giulia, anche se in questo caso grazie a un provvedimento aggiuntivo più restrittivo varato dal governatore Massimiliano Fedriga come autorità di Protezione civile. Sono ammesse «attività formative a distanza».
SPORT E SCI
Quanto allo sport, eventi, competizioni e allenamenti possono tenersi «all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse». Niente attività all'aperto negli oratori, come volevano i governatori. I tifosi residenti in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Pesaro-Urbino e Savona hanno «divieto di trasferta» nelle altre regioni. Nei comprensori sciistici, funivie, cabinovie e funicolari devono limitare l'accesso a un terzo della capienza.
CHIESE
Chiese, sinagoghe e mosche possono riaprire al pubblico ma «l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro»;
MUSEI
Ecco il comma del decreto che introduce l'innovazione: «Apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura... a condizione che detti istituti e luoghi assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro».
BAR E RISTORANTI
«Svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro»
NEGOZI E CENTRI COMMERCIALI
«Apertura delle attività commerciali condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori».
CINEMA E DISCOTECHE
Restano chiusi fino all'8 marzo.
VO' EUGANEO E LE ZONE ROSSE
Nei Comuni-focolaio come il padovano Vo' e i dieci lombardi permangono infatti i divieti di allontanamento e uscita, la sospensione delle manifestazioni e delle riunioni di qualsiasi natura, la chiusura (e non la semplice cancellazione delle lezioni fisiche, come invece chiedevano le Regioni) di tutte le scuole, la serrata degli esercizi commerciali ad eccezione di quelli che vendono beni di prima necessità, l'obbligo di indossare la mascherina negli uffici pubblici e nei negozi di alimentari, la sospensione delle attività nelle aziende del paese e per i residenti che lavorano in un altro Comune.
IL DECRETO: TESTO INTEGRALE Coronavirus. Tutte le norme e i divieti in vigore da marzo 2020
Coronavirus non è diventato più aggressivo, ricostruite le mutazioni
Il nuovo coronavirus si diffonde con grande velocità, ma è meno pericoloso della Sars. Questo vuol dire che, pur continuando a mutare per sopravvivere al suo ospite' di turno, non diventa però più aggressivo. La scoperta, che tranquillizza gli scienziati e sarà utile per definire un vaccino, arriva da uno studio italiano di prossima pubblicazione condotto da Massimo Ciccozzi.