Coronavirus. Famiglie a un passo, ma separate dal confine regionale: «Situazione assurda»

Sabato 2 Maggio 2020
Coronavirus. Famiglie a un passo, ma separate dal confine regionale: «Situazione assurda»
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Nessun passo indietro di Conte sul blocco agli spostamenti interregionali e Italia Viva attacca: errore grossolano. La deputata veneziana Sara Moretto, capogruppo di Italia Viva in Commissione Attività produttive della Camera, ha definito «un danno grave per le famiglie separate da un banale confine istituzionale» la decisione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di confermare, nel nuovo provvedimento per la cosiddetta Fase 2 dell'emergenza ccoronavirus, il divieto di spostamento in un'altra Regione, se non per motivate esigenze lavorative o di necessità. 

IL DIVIETO
Ai cittadini che vivono sul confine e che magari hanno genitori o figli appena al di là del limite territoriale regionale non sarà dunque consentito, dal 4 maggio, fare loro visita. Un limite che invece non vale se i congiunti sono residenti nella stessa Regione. Un'assurdità che nei giorni scorsi è stata denunciata anche da diversi sindaci dei Comuni di confine del Veneto orientale. «Sono amareggiata per le affermazioni fatte in Aula del presidente del Consiglio, che ha confermato ha commentato Moretto - il no al ricongiungimento familiare fuori regione. Nei giorni scorsi cittadini e amministratori mi hanno contattato preoccupati da queste disposizioni, nel mio Veneto orientale ma non solo. E' evidente a tutti che non è il confine territoriale a garantire la sicurezza sanitaria. Per questo ha continuato - avevo chiesto che si studiassero altre forme di blocco dei movimenti, con restrizioni che però consentissero lo spostamento tra regioni confinanti, introducendo magari un raggio chilometrico e non facendo riferimento a confini istituzionali che valgono solo sulla carta. Devo invece registrare una incomprensibile chiusura». 

I SINDACI
Increduli e arrabbiati sono i sindaci di confine. «Io ho una sorella a San Donà rileva Gianluca Falcomer sindaco di Cinto Caomaggiore e la posso andare trovare, mentre non posso andare trovare mio fratello che abita a Sesto al Reghena che dista ad un tiro di schioppo. E' mancato il criterio del buonsenso. Ogni volta chi si norma il buonsenso, il buonsenso viene ucciso. Le nostre dimensioni territoriali vanno contestualizzate. Non si può non riconoscere il valore della vicinanza di province confinanti rispetto all'ambito regionale». 

Sempre al criterio del buonsenso fa riferimento il sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto. «Questo Dpcm - dice lo devo ancora studiare bene ma ho visto che ci sono molti punti in cui si fa riferimento a Regioni e Comuni. Comunque in ogni caso il riferimento è il buonsenso come per fare la spesa: i residenti delle frazioni di Bagnara e Mondina da sempre vanno a fare la spesa alla Coop di Cordovado che dista 2 chilometri e non a Gruaro lontano 7 chilometri. Meno uno si sposta meno contagia. E' il solito problema del buonsenso. Così è per le parentele. Sfido i nostri vigili (la polizia locale di Gruaro è in associazione con Portogruaro, Concordia, Teglio e Cinto ndr) se sanno dove è il confine tra Cordovado e Gruaro, anche perché non è segnato. Sarebbe doveroso riconoscere almeno i rapporti tra comuni confinanti e non solo quelli regionali».

Protesta anche il sindaco di Teglio Veneto, Oscar Cicuto. «Non so quanta logica sanitaria ci sia commenta il primo cittadino tegliese nel consentirmi ad andar a trovare mio cugino che abita a Belluno e non mio cugino che abita a Cordovado. Faccio notare che la frazione di Suzzolins metà è sotto Teglio Veneto metà sotto Cordovado in Friuli». 

Tra le relazioni negate quella segnalata da Fausto Pivetta, sindaco di Pramaggiore, riguarda i giovani innamorati. «A Pramaggiore rileva abbiamo molti fidanzati divisi dal confine regionale che mi hanno rappresentato il loro problema ad incontrarsi». In questo caso, però, il confine regionale è solo uno dei problemi nei rapporti da superare dovendo attendere anche quello delle distanze di sicurezza e sistemi protettivi come mascherine e guanti. 

Teresa Infanti
Maurizio Marcon
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