​Coronavirus a Nordest, sotto controllo 60 casi sospetti

Venerdì 7 Febbraio 2020 di Alda Vanzan
Coronavirus a Nordest sotto controllo 60 casi
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Li chiamano tamponati. Sono i cittadini che - a causa tosse, febbre, difficoltà respiratorie - si sono sottoposti a un esame sanitario - il cosiddetto tampone - per sapere se hanno contratto il coronavirus. In Veneto i tamponati sono poco di una sessantina e sono tutti casi ritenuti dubbi perché di persone rientrate dalla Cina o state a contatto con ammalati che potevano diffondere il contagio.

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IL RICOVERO
Tra questi sessanta c'è un ventenne bellunese che ieri è stato ricoverato all'ospedale cittadino San Martino per accertamenti: alcuni giorni fa era tornato dalla Cina senza presentare alcun sintomo e gli era stato suggerito di restare in casa in isolamento, senonché a un certo ha cominciato ad accusare febbre e tosse. Così è scattato il ricovero e gli è stato l'esame per sapere se si tratta effettivamente di coronavirus o se, invece, è normale influenza, che peraltro in questi giorni sta raggiungendo il picco. Il tampone è stato inviato all'Azienda ospedaliera di Padova, scelta dalla Regione come centro veneto di riferimento. La Regione, comunque, in queste fasi iniziali ha deciso di mandare i prelievi sia a Padova che allo Spallanzani a Roma. Finora tutti i tamponi - anche di una giovane mamma - sono risultati negativi.

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I VOLONTARI
Per quanto riguarda i tempi di attivazione e le modalità di gestione dei controlli della temperatura negli aeroporti, la Regione Veneto ha precisato di aver ricevuto, come tutte le altre Regioni, dal coordinamento nazionale la richiesta di mettere a disposizione dei volontari per «misurare la febbre» ai passeggeri in arrivo negli scali. La competenza esclusiva è dell'Usmaf (Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera) del ministero della Salute ed è quindi l'Usmaf - precisa una nota di Palazzo Balbi - a gestire le modalità operative e i tempi di attivazione dei controlli. Al momento, il Veneto ha concordato la disponibilità dei volontari della Croce Rossa Italiana che stanno già operando negli aeroporti di Venezia e Verona e oggi saranno presenti anche a Treviso, coordinati dall'Usmaf che sta completando l'organizzazione e procurandosi le strumentazioni necessarie negli aeroporti. «La sanità regionale - precisano a Palazzo Balbi - entra in attività nel caso in cui un passeggero venga trovato in condizioni di salute da approfondire. In questo caso, la persona viene presa in carico dai Pronto soccorso degli ospedali».

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INFLUENZA NORMALE
Ma più che il coronavirus, per ora si contano vittime - per fortuna in Veneto una sola secondo il Rapporto regionale - da influenza stagionale che finora ha messo a letto 232.900 cittadini veneti, 55.400 dei quali l'hanno contratta nella settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio, per un'incidenza generale pari a 11,30 casi per mille abitanti, inferiore a quella italiana, attestata a 13,18 casi per mille. I dati citati si trovano nell'ultimo Rapporto epidemiologico del Sistema di sorveglianza dell'influenza, elaborato dalla Direzione Prevenzione della Regione. «I nostri esperti ha detto l'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin indicano che il trend della curva d'incidenza regionale mostra un andamento in linea con la maggior parte delle stagioni precedenti. Si ritiene che l'incidenza aumenterà ancora sino alla metà di febbraio, periodo in cui è atteso il picco massimo stagionale».

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Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 13:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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