Coronavirus, il virologo Crisanti: «Se la pandemia non rallenta più il prossimo inverno rischiamo»

Venerdì 19 Giugno 2020 di Mauro Evangelisti
Coronavirus, il virologo Crisanti: «La discesa si è fermata, il prossimo inverno rischiamo»
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«Stiamo perdendo un'occasione: dovevamo sfruttare le temperature alte, nei giorni in cui il virus fatica maggiormente a circolare, per avvicinare allo zero la sua presenza. Invece, la discesa si è fermata».
 

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Il professor Andrea Crisanti è direttore di Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova e consulente della Regione Veneto. Cosa sta succedendo?
«Partiamo da alcuni punti fermi. I numeri dell'epidemia ora sono bassi, però c'è un elemento che ci deve fare molto preoccupare: i nuovi casi sono costanti, non diminuiscono da settimane, gli scostamenti sono poco significativi. Come è possibile? Qualcosa non sta funzionando, basta guardare i numeri della Lombardia: non si sta facendo il tracciamento dei casi, non li si sta cercando e isolando, perché altrimenti il calo sarebbe proseguito. Pare evidente che questo virus è sensibile al fattore climatico, ma questo fa aumentare i timori per l'autunno-inverno».

 

Dopo l'estate ci sarà una nuova epidemia?

«Avremmo dovuto sfruttare queste settimane per portare vicino a zero i casi positivi, in modo da ridurre al massimo la base di infetti per quando tornerà il freddo e la situazione climatica sarà favorevole a Sars-CoV-2. Non ci stiamo riuscendo. Non va bene. Stiamo tanto parlando dell'R0 o Rt, diciamo che è a 0,5, ok? Se abbiamo 300 casi, sa quanti sono gli infetti da trovare? 700. E non vengono trovati. In Lombardia come mai non riescono a individuare tutti i casi? Non stiamo facendo la cosa giusta, il tracciamento».
 

Gli assembramenti possono aggravare la situazione?

«Certo. Guardi, siamo fortunati che il virus pare sensibile alle condizioni climatiche, altrimenti eravamo rovinati. Ma ciò che ci sta salvando ora, non ci salverà in autunno-inverno. Prenda l'America Latina: oggi l'epidemia è fuori controllo».

Invece, al di là dei nuovi casi di Pechino, l'Asia sta limitando i danni.
«In Asia hanno una tradizione di controllo delle malattie infettive superiore alla nostra, penso a paesi come Singapore, Taiwan, Corea del Sud. Hanno in piedi un sistema epidemiologico territoriale con i controfiocchi».

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Come è possibile che a Singapore, paese con dati affidabili, vi siano 41mila casi ma solo 26 decessi?
«Significa che il virus circola molto di più di quello che pensiamo. Ma la verità, se lo posso dire, è un'altra: di questo virus ancora non abbiamo capito molto. Ci sono ancora molte, molte cose da capire, mi creda».
 


Torniamo in Italia, è vero che lascerà la Regione Veneto perché andrà a ricoprire il ruolo di consulente del pm di Bergamo che sta indagando sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro?

«Non ho ancora una richiesta ufficiale, se mi chiamano sono disponibile, non mi tiro di certo indietro».

Dovrà lasciare la Regione Veneto.
«Eliminerò qualsiasi conflitto di interesse».

Qualcuno potrebbe pensare che sia l'effetto delle tensioni dei giorni scorsi con l'amministrazione Zaia.
«Ma no, non c'entra niente. Ripeto: se mi chiamano, se si rileva un conflitto d'interesse, elimino il motivo dei conflitto d'interesse».
 

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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