Salvini: «Con il Veneto nessun problema. Mai stati così uniti»

Lunedì 17 Giugno 2019 di Alda Vanzan
Salvini: «Con il Veneto nessun problema. Mai stati così uniti»
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 Con il Veneto non c'è nessun problema. A dirlo, due giorni dopo il consiglio federale della Lega che ha scatenato la rivolta dei militanti leghisti veneti per essere stati ancora una volta estromessi dai livelli decisionali di via Bellerio, è Matteo Salvini. Ieri il segretario della Lega, prima di partire alla volta di Washington, ha fatto diffondere una nota in cui definisce «surreali» le ricostruzioni sulle divisioni interne. Ma l'intervento del Capitano - che peraltro ha glissato su tutte le questioni, a partire da quella del commissario regionale - è caduto in un silenzio assordante: nessuno dei dirigenti di primo livello della Liga veneta è pubblicamente intervenuto. E non è detto che stavolta il silenzio equivalga all'assenso.
LE SBERLE
La vicenda è nota: al consiglio federale di venerdì scorso il segretario Matteo Salvini ha comunicato che per il ruolo di commissario regionale saranno esclusi i candidati al consiglio regionale, bocciando di fatto la nomina del capogruppo veneto Nicola Finco che era stato proposto dal ministro Lorenzo Fontana con il placet del governatore Luca Zaia. Sempre venerdì Salvini ha nominato un terzo vicesegretario, Andrea Crippa. Considerato che i primi due vicesegretari erano il lombardo Giancarlo Giorgetti e il Veneto Fontana, contando anche Salvini il rapporto tra Lombardia e Veneto è di tre a quattro. L'altro dato è che Salvini non ha inserito nessun esponente della Liga veneta nella Commissione Statuto. «Salvini ci taglia fuori», è stata l'immediata reazione dei militanti.
LA NOTA
Dopo due giorni di malcontento e titoloni sui giornali, ieri Salvini è intervenuto con una nota. Queste le sue parole: «Surreali ricostruzioni di inesistenti litigi all'interno della Lega. Il clima non è mai stato così positivo, il rapporto mai così solido e gli obiettivi da realizzare (autonomia e taglio delle tasse) mai così a portata di mano. L'inaugurazione del primo, storico tratto della Pedemontana risale a pochi giorni fa, e tanti altri cantieri sono in via di sblocco (in primis l'alta velocità fra Brescia, Verona e Vicenza). Il popolo Veneto non ci ha mai dato così tanta fiducia ed affetto, con il 50% dei voti e tanti nuovi sindaci, solo pochi giorni fa! Con Zaia, Fontana, Fedriga e Fugatti mi sento e confronto quasi tutti i giorni, gli sciacalli si mettano l'animo in pace: in Lega dedichiamo il nostro tempo a lavorare, non a litigare».
LE OMISSIONI
Salvini nella nota dice che non ci sono «litigi», ma glissa su tutti i temi oggetto delle proteste. Non dice nulla del terzo vicesegretario Andrea Crippa e del fatto che la Liga veneta, pur avendo ottenuto alle Europee di maggio il risultato più alto di tutta Italia, ben il 49,88%, sia relegata in un angolo, di fatto non considerata dai vertici del partito.
Salvini non accenna alla Commissione Statuto che ha visto l'esclusione dei veneti. Non ce n'è manco uno tra tutti quelli che dovranno far nascere il nuovo partito attraverso un congresso federale.
E, soprattutto, Salvini tralascia completamente la questione del commissario, quella che, escludendo i regionali, è stata vissuta come l'ennesima sberla al Veneto. Perché è solo in Veneto che ai consiglieri regionali è stato vietato un anno fa di candidarsi alla Camera e al Senato. È solo in Veneto che ai consiglieri regionali è stato impedito di tentare il salto con le elezioni Europee dello scorso maggio. Altrove, a partire dalla Lombardia, veti analoghi non ce ne sono stati. Qui sì. E adesso il divieto a chi si candiderà in consiglio regionale di ricoprire il ruolo di commissario del partito. Siccome in ballo in Veneto c'era il capogruppo in Regione Nicola Finco, e comunque risultano nuovamente esclusi tutti gli uomini e le donne di Palazzo Ferro Fini vicini al governatore Luca Zaia, la comunicazione di Salvini ha avuto l'effetto di un'altra sberla. Anche perché la stessa spiegazione è stata debole: per evitare che il commissario-candidato sia avvantaggiato in campagna elettorale. Esattamente la situazione - accettata da Salvini - in cui si è trovato il segretario nathional Toni Da Re mentre era candidato in Europa.
Tant'è, di tutto questo il segretario della Lega Matteo Salvini non ha detto né a né ba nella sua nota, prendendosela con non meglio precisati «sciacalli». Il dato certo è che le parole del Capitano in Veneto sono cadute in un silenzio assordante, mentre tutta la vicenda ha fatto registrare sul sito del Gazzettino contatti e condivisioni assolutamente inusuali per una notizia politica.
 
Ultimo aggiornamento: 17:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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