Case di riposo, i vaccini non bastano a riaprirle: «Circolari da rivedere»

Domenica 11 Aprile 2021 di Angela Pederiva
Una casa di riposo

VENEZIA - Secondo il resoconto della struttura commissariale nazionale, aggiornato a ieri pomeriggio, la campagna di vaccinazione in Veneto è arrivata a quota 1.150.941 dosi.

Di queste, 74.517 sono andate agli ospiti delle strutture residenziali, immunizzati insieme agli addetti che rientrano fra i 240.244 operatori sanitari e sociosanitari complessivamente coinvolti. Ciononostante, in molte case di riposo le visite dei parenti non sono ancora consentite, con grave sofferenza degli anziani e delle famiglie: per questo l'opposizione in Consiglio regionale sollecita disposizioni chiare e uniformi sull'accesso, ma dalla Giunta viene fatto presente che le circolari statali sono tuttora un ostacolo.


LA MANIFESTAZIONE


Ieri il problema è stato sollevato a Padova, in occasione della manifestazione promossa da Anchise, comitato dei familiari di pazienti delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), delle Rsd (Residenze sanitarie per disabili) e delle Cra (Case residenza per anziani). C'era anche Arturo Lorenzoni, portavoce delle forze di minoranza a Palazzo Ferro Fini: «La pandemia sta mettendo a dura prova la salute, anche psichica, dei circa 17mila anziani che sono ospitati nelle 355 strutture residenziali della regione. Molti di loro non sono in grado di gestire una videochiamata WhatsApp, negli ultimi mesi l'unico contatto visivo con i parenti». Ma siccome la maggioranza degli ospiti e degli operatori è già stata vaccinata, l'esponente del centrosinistra chiede alla Regione di «fornire delle indicazioni chiare e univoche in merito alle visite di persona, pur con tutte le precauzioni del caso, da parte della rete familiare».
Il tema era già sul tavolo dell'assessore regionale Manuela Lanzarin: «Stiamo affrontando la questione cercando di dare indicazioni precise per aprire, visto che la maggior parte di ospiti e operatori sono vaccinati». Ma bisogna sciogliere un nodo, illustrato nela lettera inviata da Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione, al ministero della Salute. «Ci sono circolari ministeriali, di fatto mai revocate, che impongono ancora chiusure totali e isolamento di dieci giorni all'ingresso riferisce la titolare della Sanità che oggi con le persone vaccinate possiamo superare. Strutture che hanno visite dei Nas un giorno sì e un giorno no sono molto preoccupate e vogliono chiarezza, anche rispetto a queste circolari nazionali che risalgono ancora alla prima ondata. Stiamo cercando di fare da tramite con il ministero per avere indicazioni e dare di conseguenza le nostre, però ci deve essere una correttezza dei provvedimenti».


LA CLASSIFICAZIONE

Intanto continua il dibattito sulla categoria altro nel rendiconto delle vaccinazioni. Tiene il punto il Partito Democratico (che fra l'altro insegue Fratelli d'Italia con una mozione che propone di equiparare i sanitari caduti per il Covid alle vittime del dovere). Il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis chiedono chiarimenti su quei 40.000 casi da identificare, il 3,5% del totale: «La nostra non è un'accusa, ma la richiesta di massima trasparenza nel mezzo di una battaglia difficile e per di più con scarsità di vaccini».
Nella videoconferenza di ieri, il governatore Luca Zaia e l'assessore Lanzarin hanno dato mandato ai direttori generali delle Ulss «di verificare e incrociare i propri dati e catalogare i soggetti che compongono quel macro gruppo». La stessa Regione comunque precisa che «l'attribuzione di una specifica categoria di rischio è effettuata dall'operatore della seduta vaccinale» e pertanto «può essere soggetta ad un margine di errore, soprattutto nei momenti di massimo afflusso». Detto questo, sotto quella etichetta «rientrano soggetti che attualmente non sono stati classificati in una delle altre condizioni di rischio previste dal ministero della Salute» e potrebbero aver acquisito quel posizionamento in occasione di un'altra immunizzazione, in quanto «il sistema regionale è lo stesso utilizzato per le vaccinazioni ordinarie».


I GRUPPI


Infine è stato illustrato il ruolo del Veneto nel coordinamento dei due gruppi tematici nazionali sulle prossime riaperture delle attività economiche, produttive e ricreative. Il primo è prettamente sanitario, «con il compito di procedere all'eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico». Il secondo è invece chiamato a redigere le linee-guida, «non appena la curva dei contagi renderà possibile programmare un allentamento delle misure attualmente in vigore».
 

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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