Bustarelle e nero, medici sospesi dalla professione, ma restano in corsia

Martedì 16 Gennaio 2018 di Federica Cappellato
Bustarelle e nero, medici sospesi dalla professione, ma restano in corsia
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PADOVA - Sono regolarmente in servizio nella Clinica ostretrico-ginecologica dell'Azienda ospedaliera il ginecologo Pietro Litta, responsabile del Centro di Endoscopia ginecologica e dell'Unità operativa  di Chirurgia pelvica mininvasiva e ostetricia operativa, e la collega Alessandra Andrisani, alla guida del Centro di Procreazione medicalmente assistita. Possono continuare per il momento a svolgere la loro attività, ma a una condizione: solo nell'ambito istituzionale, non fuori dai confini ospedalieri, quindi non più a pagamento.

Così ha deciso ieri il direttore generale Luciano Flor, che ha sospeso entrambi a decorrenza immediata per quanto riguarda la libera professione, revocando l'autorizzazione. «Li abbiamo convocati e ascoltato la loro versione - dichiara Flor -, oggi ci consegneranno una relazione scritta. I fatti erano gravi, e lo rimangono». La palla passa ora al comitato dei Garanti dell'Azienda ospedaliera, formato dal direttore sanitario Daniele Donato, gli avvocati Pinelli e Cacciavillani, che deciderà il da farsi: Flor ha chiesto la revoca del rapporto di lavoro, dal punto di vista assistenziale ma l'opinione dei Garanti è vincolante. «Tolleranza zero, le sanzioni verranno applicate senza sconti», chiosa il direttore generale.

La Procura ha aperto un fascicolo: verranno acquisiti i video mostrati sabato sera su RaiUno durante la trasmissione Petrolio e anche quelli non mandati in onda, saranno sentiti la giornalista Francesca Biagiotti autrice del servizio, e ovviamente Litta e Andrisani.
Intanto il governatore Zaia ha annunciato ulteriori accertamenti: saranno inviati gli ispettori regionali dell'Azienda Zero in tutte le aziende sanitarie per fare luce sulla commistione tra attività pubbliche e private dei medici.
Guai in vista anche sul fronte universitario. L'Ateneo ha avviato un'indagine disciplinare «al fine di far luce sulla vicenda nel più breve tempo possibile, e assumere i provvedimenti conseguenti». Ora il magnifico rettore Rosario Rizzuto ha tempo trenta giorni per inviare la segnalazione del doppio caso Litta - Andrisani (sospetta concussione per il primo, evasione fiscale per la seconda) al Collegio di disciplina. L'assemblea è composta da tre professori ordinari, un associato e un ricercatore a tempo indeterminato. Ovvero Matilde Girolami (presidente), Carlo Ferrari, Manuela Mantovani, Franco Grego, Andrea Ambrosi. Il Collegio di disciplina si riunirà, sentirà le persone sotto indagine, deciderà. Il tutto richiederà qualche settimana. Alla fine a Litta e Andrisani, entrambi dipendenti universitari che lavorano in convezione con l'Azienda ospedaliera, potranno essere comminati la censura, la sospensione o eventualmente, ipotesi molto remota, il licenziamento. «Sulla base del filmato trasmesso da Petrolio e successive inchieste giornalistiche, viene attribuito a due docenti dell'Università di Padova un comportamento professionale fortemente lesivo - sostiene una nota dell'Università - non solo dei diritti dei cittadini, ma anche dei valori e dell'immagine dell'Ateneo. Per questo, a fianco dell'azione giudiziaria e in stretta collaborazione con l'Azienda ospedaliera, il rettore ha avviato l'indagine disciplinare che gli compete».

 

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