Bpvi, sì a cause contro ex vertici
Bragantini: «Pronti a rimborsare»

Mercoledì 12 Ottobre 2016 di Maurizio Crema
Bpvi, sì a cause contro ex vertici Bragantini: «Pronti a rimborsare»
Si muove anche Popolare Vicenza. Il cda di ieri presieduto da Gianni Mion ha stabilito di celebrare entro fine novembre l’assemblea dei soci che dovrà dare l’avvio dell’azione di responsabilità verso gli ex amministratori della banca che ha chiuso il primo semestre con un rosso di 795 milioni. Una promessa fatta già in diverse assemblee nel passato che finalmente viene adempiuta. «In base alla documentazione già ricevuta, prevediamo di riunire entro la fine di novembre l'assemblea degli azionisti che delibererà sulla proposta», dichiara il vice presidente Salvatore Bragantini. Nel mirino potrebbero finire l’ex presidente Gianni Zonin e l’ex Ad Samuele Sorato, entrambi indagati insieme ad altri 7 ex consiglieri o manager e alla banca stessa nell’inchiesta della Procura di Vicenza per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza. 
La causa è curata dalla studio Gatti Pavesi Bianchi. Mentre Bonelli Erede gestirà i risarcimenti ai soci danneggiati che potrebbero partire entro fine ottobre, operazione che si sta studiando in accoppiata con Veneto Banca per evitare differenze di trattamento (e risarcimento). Il vice presidente Salvatore Bragantini: «Siamo in avanzata fase di messa a punto di una proposta che prevede un parziale ristoro delle perdite di chi abbia investito in azioni della Vicenza, senza dimenticare che quello in azioni è, in ogni caso, un investimento a maggiore rischio - sottolinea l’ex commissario Consob-. L'esborso a carico della banca sarà comunque delimitato previamente nel rispetto dei requisiti patrimoniali dettati dalla Bce». E dai soldi accantonati: 230 milioni. Il vicepresidente della banca di Vicenza spiega poi che «una volta messa a punto, la nostra proposta sarà illustrata alle associazioni dei consumatori e degli azionisti. Il cda sottolinea infine la necessità che tutte le risorse disponibili siano messe a frutto per progettare una Banca che sia pronta alle sfide di domani». L’altro fronte che viene aperto è quello immobiliare: la Banca «ha un rilevante patrimonio immobiliare, che va valorizzato e messo a frutto. Lo faremo senza timidezze nell'interesse della Banca, interesse che viene prima di tutto», dice Bragantini. Il fronte del mattone è uno di quelli dove si dovrebbe operare in tandem con Veneto Banca (stesso socio di controllo, Atlante) per valorizzare al meglio asset che sono stati dati in garanzia. Piano industriale ed esuberi (circa 1500) potrebbero essere approvati nel cda del 26 ottobre. Ieri ci si è limitati a ringraziare il top manager: «Il cda ha preso atto con soddisfazione della presentazione da parte dell'Ad Francesco Iorio di ulteriori passi in avanti del piano di rafforzamento della posizione competitiva della banca nella difficile congiuntura attuale». 
Rimane caldo il fronte sindacale. In totale tra le due ex Popolari gli esuberi potrebbero arrivare a quota 2500. «Bene che il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta definisca "inaccettabile" la prospettiva dei licenziamenti nelle due banche venete passate sotto la gestione del fondo Atlante», afferma Giulio Romani (First Cisl): «Ribadiamo che il loro costo del lavoro è inferiore alle perdite che tuttora si patiscono a causa degli errori delle gestioni passate e della caduta di reputazione».
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