«Universitari, mancano 26 milioni per le borse di studio»

Giovedì 1 Dicembre 2022 di Alda Vanzan
«Universitari, mancano 26 milioni per le borse di studio»

VENEZIA - Quando è uscito il decreto, quasi un anno fa, gli studenti universitari avevano esultato: le borse di studio sarebbero state rimpinguate con aumenti da 500 a 900 euro. E anche i redditi minimi per usufruire di questi aiuti sarebbero stati alzati. Peccato che le disposizioni normative non siano state seguite da adeguati stanziamenti economici, sicché gli aumenti rischiano di restare solo sulla carta: per l'anno accademico appena iniziato ci saranno cioè studenti convinti di ottenere la borsa di studio ma che forse non avranno un centesimo. «Solo in Veneto ci mancano 26 milioni di euro - dice l'assessore regionale Elena Donazzan - ma la situazione è identica in tutta Italia, ne abbiamo appena parlato in commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni. E tutti abbiamo convenuto che le possibilità sono solo due: o si cambia il decreto o ci danno i soldi. Altrimenti ci saranno aventi diritto alla borsa di studio che però non ne beneficeranno».
La ratio delle borse di studio poggia su due elementi: ragazzi bravi le cui famiglie non hanno grandi possibilità economiche.

Ossia: meritevoli, ma privi di mezzi. A pagare le borse di studio sono, per legge, le Regioni e le Università con fondi anche statali. Le Regioni sono tenute a coprire almeno il 40% delle borse di studio. «In Veneto abbiamo sempre rispettato la legge coprendo la quota minima», dice Donazzan. Perché non di più come hanno fatto altre Regioni? «Perché i fondi a disposizione sono quelli che sono, si consideri poi che non ho l'addizionale Irpef perché l'ho lasciata nelle tasche dei veneti». Ma per l'anno accademico 2021-2022 non c'era un buco di 700mila euro? «Sì, la pandemia da coronavirus ha comportato problemi di reddito nelle famiglie e le richieste di contributo sono aumentate. Siamo comunque riusciti a raggiungere la quota di copertura del 40% con la variante di bilancio approvata l'altra mattina in giunta che destina alle borse di studio 1 milione di euro».


IL DECRETO
Il sistema, però, adesso rischia di saltare. E il motivo, dice Donazzan, sta nel decreto del ministero dell'Università e della Ricerca numero 1320 del 17 dicembre 2021: «Il precedente Governo Draghi ha elevato il valore delle borse di studio prevedendo 900 euro in più per gli studenti fuori sede (da 5.257,74 euro a 6157,74 euro), 700 in più per i pendolari (da 2.898,51 euro a 3.598,51), 500 in più per i locali (da 1981,75 euro a 2.481,75 euro). Inoltre lo stesso decreto ha innalzato i limiti Isee (24.335,11 euro) e Ispe (52.902,43 euro) per l'accesso al beneficio. Tutto questo ha portato all'incremento del valore delle borse e all'incremento del numero di studenti idonei alla borsa di studio. Solo che le risorse rese disponibili dal Pnrr sono significativamente insufficienti a coprire i maggiori costi determinati dai nuovi criteri introdotti. Con la conseguenza che avremo moltissimi studenti idonei, ma non beneficiari di borsa di studio».


IL FABBISOGNO
Come mostra la tabella pubblicata a lato, in Veneto gli universitari aventi diritto alla borsa di studio per l'anno accademico 2022/2023 sono 18.530. Di questi, 14.429 non hanno ancora avuto i soldi. Il fabbisogno per le borse di studio comunicato in questi giorni dalle Università e dagli Esu ammonta a 80,7 milioni. Al netto della tassa regionale per il diritto allo studio universitario, sono 63 milioni. Come si trovano questi 63 milioni? 17,3 milioni arriveranno dal Fis (Fondo italiano per la scienza), 13 dal Pnrr, 7 scarsi dalla Regione (il bilancio di previsione 2023 stanziava per questa voce 6.172.400,00 euro cui si sono aggiunti 550mila euro trovati con l'assestamento per un totale di 6.722.400,00, comunque meno della soglia di legge del 40%). Fatti due conti, mancano 26 milioni di euro. Cioè esattamente la metà dei fondi a libera disposizione di tutti gli assessorati della Regione. Domanda: è immaginabile che dall'agricoltura al turismo passando per la viabilità gli altri assessori veneti rinuncino a parte dei propri stanziamenti per pagare l'aumento delle borse di studio deciso dal precedente Governo? E allora? «Allora - dice Donazzan - le ipotesi sono solo due: o cambiano il decreto o ci danno i fondi che servono per pagare gli aumenti delle borse di studio. Se, invece, la situazione resterà questa, non potrò che adeguare i criteri e dunque scorrere la graduatoria. Ne parlerò alla Sesta commissione del consiglio regionale, ma, va da sé, in parecchi tra gli universitari resteranno fuori». Idonei sì, ma senza un quattrino.


L'INCONTRO
Ieri, intanto, una delegazione di studenti iscritti all'Università di Padova è stata ricevuta a palazzo Ferro Fini da Francesca Scatto e Elena Ostanel, rispettivamente presidente e vicepresidente della Sesta commissione, per parlare proprio di borse di studio non erogate.
 

Ultimo aggiornamento: 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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