Veneto e Fvg, 249 confische alle mafie. «Ma troppi limiti al riutilizzo dei beni»

Domenica 14 Maggio 2023 di Angela Pederiva
Veneto e Fvg, 249 confische alle mafie

Gli ultimi sigilli in Veneto sono stati apposti questa settimana: applicando la normativa antimafia, la Guardia di finanza di Verona ha bloccato oltre 40.000 euro a un 56enne, residente nella provincia scaligera, già condannato con sentenza irrevocabile dalla Corte d'appello di Reggio Calabria alla sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per il reato di tentata estorsione continuata e in concorso.

Del resto in tutta Italia i provvedimenti dell'autorità giudiziaria contro il "tesoro" della criminalità organizzata sono in continuo aumento, ma superano costantemente le iniziative di riutilizzo. «Malgrado le cospicue risorse umane e finanziarie impiegate, il volume delle informazioni raccolte sui beni sequestrati o confiscati non è ancora confluito in un sistema di dati affidabile, completo e pienamente consultabile», ha spiegato nei giorni scorsi la Corte dei conti.


MONITORAGGIO
È stata infatti depositata la delibera con cui la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha esaminato, nel suo periodico monitoraggio, le funzioni svolte dall'Agenzia nazionale che si occupa delle proprietà sequestrate e confiscate alle organizzazioni mafiose. La maggiore presenza di queste ultime in alcune regioni si riflette nella diversa distribuzione dei provvedimenti emessi. Secondo i dati citati dalla magistratura contabile, infatti, i 19.255 beni attualmente in gestione (per un valore stimato di 1,189 miliardi di euro) «sono concentrati in misura preponderante in Sicilia, Campania, Lazio, Calabria e Lombardia».
Anche a Nordest, comunque, ne risultano: 230 in Veneto, 19 in Friuli Venezia Giulia, 23 in Trentino Alto Adige e, per completare la ripartizione territoriale secondo i criteri Istat, 731 in Emilia Romagna. Il problema è che, dopo il sequestro preventivo, occorre arrivare alla confisca definitiva, quindi superare il vaglio di tre gradi di giudizio. Questo si traduce nel fatto che in Italia finora lo Stato si è impadronito irrevocabilmente di nemmeno due terzi dei possedimenti sottratti a mafiosi, ndranghetisti e camorristi (12.318), così come l'operazione è diventata inappellabile "solo" per 187 situazioni in Veneto (dove oltretutto la destinabilità deve ancora essere accertata per 157) e 9 in Friuli Venezia Giulia (anche qui con 7 casi ancora da verificare), rispetto a un totale di 249. Questo contribuisce a spiegare il motivo per cui sono piuttosto modesti i numeri delle aziende tolte ai criminali e gestite a favore della criminalità. Quelle venete sono 14, di cui 7 nelle costruzioni, 5 nell'immobiliare o nel noleggio, 2 nel commercio; le friulgiuliane sono 5, delle quali 2 nel manifatturiero e le restanti negli altri tre settori citati.


CRITICITÀ
Al di là dei limiti alla banca-dati, la Corte dei conti ha evidenziato altre criticità: «Gli ostacoli maggiori nel destinare a nuovo uso i beni sequestrati alle mafie sono legati, oltreché alla lunghezza dei procedimenti, alla ridotta disponibilità finanziaria dei Comuni e degli enti del terzo settore, che rende difficoltoso l'avvio dei progetti di reimpiego sociale delle strutture sottratte alle organizzazioni criminali, soprattutto nel caso di immobili in cattivo stato manutentivo o soggetti a spese di gestione». Ma anche in presenza di adeguate risorse, hanno rimarcato i giudici, «la scarsa conoscenza della loro esistenza e delle modalità di acquisizione costituiscono significativi elementi di intralcio al riutilizzo sociale dei beni nell'ambito delle politiche di contrasto alle mafie». Questo non toglie alcun merito alle associazioni e alle altre realtà impegnate su questo fronte. Ma proprio per sostenere la loro opera, occorre «restituire slancio e credibilità all'azione istituzionale», nella consapevolezza che «la restituzione alla società civile dei beni sottratti alla criminalità è parte, a tutti gli effetti, dell'attività antimafia».

Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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