Psicosi batterio, migliaia di richiami: decine di segnalazioni alle Uls venete

Venerdì 23 Novembre 2018 di Angela Pederiva
Psicosi batterio, migliaia di richiami: decine di segnalazioni alle Uls venete
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VENEZIA - Fra contagi accertati (finora 18, di cui 6 fatali) e psicosi dilagante (le segnalazioni sono quotidiane), il Mycobacterium chimaera sta seminando il terrore in Veneto. Per questo la Regione ha in mente un maxi-richiamo per tutti i pazienti, verosimilmente migliaia, che fra il 2010 e il 2018 hanno subìto interventi cardiochirurgici con l'utilizzo del macchinario prodotto dall'azienda LivaNova: l'obiettivo è di sottoporli agli esami del sangue, necessari per verificare se i malati siano stati colpiti dal batterio. «Gli elementi a nostra disposizione sono ancora insufficienti per parlare di epidemia o di cluster (concentrazione di infezioni, ndr.) o per escludere una di queste evenienze», scrive il ministero della Salute in una nota diffusa ieri, lasciando intendere che le dimensioni dell'allarmante fenomeno sono ancora tutte da quantificare, anche se finora «sono stati segnalati 100 casi a livello mondiale con una letalità del 50%».

L'EFFETTO AEROSOL In questi giorni le tre commissioni tecniche nominate da Azienda Zero stanno finendo di scrivere la relazione che lunedì sarà consegnata a Domenico Mantoan, direttore generale dell'area Sanità, per poi essere trasmessa pure alle Procure di Vicenza (dov'è stato appunto presentato un esposto penale) e Treviso (dov'è invece stata avviata una causa civile). La causa del contagio è stata individuata negli apparecchi di raffreddamento e riscaldamento necessari a regolare la temperatura del sangue in circolazione extra-corporea durante le operazioni a cuore aperto, «per lo più per contaminazione dei pazienti tramite aerosol proveniente dall'acqua delle taniche dei dispositivi», sottolinea il ministero. In sostanza l'acqua tenuta a 36 gradi nei piccoli serbatoi di plastica è diventata l'ambiente di coltura ideale per i batteri, che attraverso la ventola impiegata per il raffrescamento sono schizzati tutt'intorno, finendo per essere inalati dai pazienti. I 18 già identificati avevano manifestato sintomi tali da portare alla diagnosi, ma in generale si tratta di un'infezione subdola.

IL PROGETTO Da quando la notizia è stata divulgata, però, sta montando la preoccupazione. Non a caso sarebbero già qualche decina le segnalazioni arrivate in questi giorni alle varie Ulss e quindi alla Regione, da parte di persone che in passato sono state sottoposte a interventi cardiochirurgici e che adesso temono di essersi ammalate. Per questo il progetto allo studio di Palazzo Balbi prevede che le aziende sanitarie contattino gli interessati e propongano loro un accertamento clinico. Attraverso un semplice prelievo ematico, spiegano infatti gli esperti, è possibile verificare l'infezione da Mycobacterium chimaera. Per questo è prevedibile che i numeri del contagio possano aumentare, il che verosimilmente aprirebbe la rilevante partita dei risarcimenti, che potrebbe vedere la Regione rivalersi sull'azienda produttrice. «La preoccupazione delle famiglie è anche la nostra conferma il governatore Luca Zaia perché prima di tutto vengono la salute dei cittadini e la massima chiarezza. Abbiamo quindi dato incarico agli esperti di fare luce, poi ci sarà tolleranza zero nei confronti di eventuali responsabili».
I NUMERI Finora a fare sensazione sono stati i casi registrati in Veneto, perché di fatto è l'apripista di queste verifiche, ma il fenomeno rischia di riguardare tutta l'Italia. Afferma il dicastero della Salute: «Sicuramente è necessario che le Regioni, che hanno la responsabilità dell'assistenza dei pazienti e a cui abbiamo chiesto, da tempo, i dati su eventuali casi, li condividano quanto prima con il ministero per metterci nelle condizioni di effettuare un'analisi della situazione nel nostro Paese, valutare e quantificare l'eventuale rischio epidemiologico, elaborare, se opportuno, specifiche raccomandazioni, coinvolgendo gli altri attori istituzionali e non, a tutti i livelli, che abbiano un ruolo». Nel frattempo gli uffici ministeriali ribadiscono «l'importanza della corretta gestione e bonifica dei dispositivi medici, nonché l'applicazione delle misure, comportamentali e ambientali, per la prevenzione delle infezioni in ambito assistenziale».
 
Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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