La bandiera del Veneto "divide" l'Italia, la Consulta: «Incostituzionale l'obbligo di esporla»

Venerdì 5 Ottobre 2018 di Angela Pederiva
La bandiera del Veneto "divide" l'Italia, la Consulta: «Incostituzionale l'obbligo di esporla»
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È incostituzionale l'obbligo di esporre la bandiera del Veneto «all'esterno degli edifici sedi della Prefettura e degli uffici periferici delle amministrazioni dello Stato». L'ha stabilito la Consulta con la sentenza depositata ieri, che accoglie buona parte del ricorso presentato un anno fa dall'esecutivo Gentiloni, impugnando la legge regionale che di fatto imponeva di far sventolare il leone marciano sui pennoni di rappresentanze territoriali del Governo, Questure, caserme di Carabinieri, Esercito, Marina, Aeronautica e Guardia di finanza, locali dell'Agenzia delle entrate: secondo la Corte, quella prescrizione non solo invade «la competenza legislativa esclusiva» statale in materia di ordinamento e organizzazione, ma vìola anche «il principio di unità e indivisibilità della Repubblica». Secca la replica del governatore Luca Zaia alla bocciatura della norma: «Non esiste, la ripresentiamo e chiediamo entri nell'intesa sull'autonomia».

 
LE DUE TESIEra stato proprio Zaia a volere la disposizione contestata, attraverso un emendamento alla legge che disciplina l'uso dei simboli ufficiali dell'istituzione, varata il 29 agosto 2017 dall'assemblea di Palazzo Ferro Fini malgrado il parere negativo dell'ufficio legislativo per i dubbi di legittimità. Ma il problema si è riproposto davanti alla Corte Costituzionale, dove si sono fronteggiate le tesi della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Regione. Secondo la prospettazione di Palazzo Chigi, «è lo Stato a stabilire quando le bandiere nazionale ed europea debbano essere esposte congiuntamente alla bandiera regionale o locale, e non già l'inverso» e comminare multe da 100 a 1.000 euro ai trasgressori, come ad esempio i prefetti, causerebbe un «danno d'immagine» alle istituzioni. Nell'opinione di Palazzo Balbi, invece, l'iniziativa dedicata agli edifici statali «mirerebbe, in particolare, ad esaltare il raccordo tra tali uffici e la realtà territoriale in cui operano, realizzando quell'istanza di sintesi della pluralità in una unità che non cancelli, ma piuttosto salvaguardi le differenze».
LE MOTIVAZIONIMa la Consulta è stata netta: «Non spetta alla Regione il potere di disciplinare l'ordine delle precedenze tra le cariche pubbliche, coinvolgendo in tale ordine anche organi statali». Non è in discussione, hanno aggiunto i giudici, il potere della Regione di scegliersi i propri simboli, «ma la pretesa della Regione di imporre l'uso di tali segni ad organi ed enti che, se pure operanti nel territorio regionale, sono espressivi di una collettività distinta e più vasta (quella dell'intiera nazione)». Infatti la Costituzione «esclude che lo Stato-soggetto possa essere costretto dal legislatore regionale a fare uso pubblico di simboli quali, nella specie, le bandiere regionali che la Costituzione non consente di considerare come riferibili all'intera collettività nazionale». Del resto, con riferimento all'Europa, «lo Stato italiano non ha preteso, per contro, di imporre l'esposizione della bandiera nazionale ad organi e uffici rappresentativi della comunità sovranazionale di cui l'Italia è parte, come invece ha inteso fare, mutatis mutandis, la Regione Veneto con la norma impugnata, nei rapporti con lo Stato».
LE REAZIONIValutazioni inaccettabili per il leghista Zaia: «A impugnare il nostro provvedimento fu il passato Governo e non credo che, con quello attuale, si sarebbe arrivati a tanto. Ce la si è presa con una bandiera che ha più di 1.100 anni di storia e rappresenta un'intera identità, dicendo, di fatto, che vale meno di altre». Esulta invece il consigliere regionale dem Andrea Zanoni: «La Regione ha fatto una figuraccia che era evitabile. Purtroppo gli errori, dolosi, della maggioranza li pagano a caro prezzo i contribuenti, visto che i contenziosi con lo Stato non sono certo a costo zero. E questa è solo l'ultima di una lunga serie di leggi bandiera regolarmente bocciate, come quella sul prima i veneti negli asili nido o i provvedimenti sulla caccia».
Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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