VENEZIA - C'è chi, come il governatore veneto Luca Zaia, esulta: «Giovedì sarà una giornata storica». E chi, come il collega campano Vincenzo De Luca, è invece pronto alle barricate: «Siamo già in battaglia». Artefice di reazioni opposte, con metà Paese favorevole e metà contrario, è il disegno di legge sull'autonomia differenziata che il leghista Roberto Calderoli, come annunciato la settimana scorsa a Venezia, ha portato ieri al pre-Consiglio dei ministri.
LE DIFFERENZE
Cos'è cambiato rispetto alla bozza del 29 dicembre, quella che aveva fatto urlare allo spacca-Italia? Intanto ora gli articoli sono 10 e non più 11. Come un mese fa, anche adesso si dice che prima si definiscono i Lep e solo dopo si attribuiscono alle Regioni le competenze. Ma soprattutto viene rafforzato il ruolo del Parlamento. Per quanto riguarda il percorso di approvazione delle intese fra Stato e Regione, prima si diceva che sullo schema doveva esprimersi, oltre alla Conferenza unificata, la Commissione parlamentare per le questioni regionali; nel nuovo testo si dice invece che lo schema di intesa corredato da una relazione tecnica, è approvato dal Consiglio dei ministri, che alla riunione partecipa anche il presidente della Regione interessata e che, dopo che la Conferenza unificata ha dato il suo parere, il testo è trasmesso alle Camere per l'esame da parte dei competenti organi parlamentari. In pratica le commissioni. Una delle ulteriori modifiche che dovrebbero essere apportate domani è di prevedere un atto di indirizzo da parte delle Camere che si voterebbe in aula e non più nelle commissioni.
TEMPI
Rispetto al testo di dicembre cambiano anche i tempi: il procedimento prevede infatti che il premier, valutati i pareri della Conferenza unificata e sulla base dell'esame parlamentare, o comunque decorso il termine di 60 giorni, predisponga lo schema di intesa definitivo. Prima erano 30 giorni.
GETTITO
Si conferma che il finanziamento avviene attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi o entrate erariali regionali; è scomparso il passaggio in modo tale da consentire l'integrale finanziamento delle funzioni attribuite.
LEP
Quello dei Lep è un altro nodo dell'autonomia di Calderoli perché, così come a dicembre, si prevede che vengano definiti con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. La novità è che oltre ai Lep vanno definiti anche i relativi costi e fabbisogni standard (nel precedente testo non erano citati). La formula dei Dpcm anziché di una legge è già stata da più parti contestata. In ogni caso l'ultima legge di bilancio ha istituito a Palazzo Chigi una cabina di regia, che entro fine 2023 deve individuare i Lep sulla base delle ipotesi della Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Altrimenti toccherà a un commissario. Le Camere (e non più la Commissione parlamentare) hanno 45 giorni (prima erano 30) per il parere, prima che il Dpcm sia adottato.
RISORSE
Le risorse umane, strumentali e finanziarie per l'esercizio delle funzioni sono determinate da una commissione paritetica Stato-Regione. La novità è che ne vengono dettagliati i componenti: un rappresentante del ministero per gli Affari regionali, uno del ministero dell'Economia, uno per ciascuna amministrazione competente e poi quelli della Regione.
DURATA
Le intese hanno durata massima di 10 anni. Alla scadenza, l'intesa si intende rinnovata per la sua durata: la novità è salvo che Stato o Regione manifestino volontà diversa 6 mesi prima del termine. Infine la perequazione: qualora i Lep comportino spese aggiuntive, si provvederà al relativo finanziamento. E sono previste misure perequative anche nelle Regioni che non concludono intese.