Autonomia, intesa sui soldi: il Sud non verrà penalizzato

Giovedì 4 Luglio 2019 di Alda Vanzan
Vertice sull'autonomia, intesa sui soldi: il Sud non verrà penalizzato
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«Sarà una riunione lunga», aveva detto il premier Giuseppe Conte alla vigilia del vertice a Palazzo Chigi sull'autonomia. Iniziata con un'ora di ritardo, la riunione di ieri sera si è subito incentrata sulla questione delle risorse, alla ricerca di un meccanismo che non porti squilibri tra Nord e Sud. Con la mediazione, a quanto risulta, di eliminare la previsione della spesa media pro capite, quella che Veneto e Lombardia avevano chiesto nel caso in cui non fossero scattati entro i termini i costi standard. Ma la questione delle risorse, oltre al Movimento 5 Stelle, preoccupa anche un pezzo di Forza Italia. Perché l'altra notizia della giornata è che i forzisti si sono spaccati: i veneti, con il coordinatore regionale Davide Bendinelli e il deputato Dario Bond, sostengono che l'esito referendario  vada rispettato, mentre l'ala che fa capo alla campana Mara Carfagna, e tra le cui fila c'è il veneziano Renato Brunetta, mette una serie di paletti.

I PROTAGONISTI
A Palazzo Chigi a parlare di autonomia, oltre a Conte e ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, c'erano i ministri Giovanni Tria, Barbara Lezzi, Erika Stefani, Enzo Moavero Milanesi, Riccardo Fraccaro, Danilo Toninelli, Lorenzo Fontana, Alberto Bonisoli, Sergio Costa, Giulia Grillo, Elisabetta Trenta e Marco Bussetti. Subito è stata affrontata la parte economica. È stata contestata la previsione della spesa media: inizialmente le Regioni avranno la spesa storica sostenuta dalla Stato per esercitare determinate materie, poi si dovrà passare ai costi standard. Ma se questi dovessero tardare - se ne parla da nove anni e ancora non ci sono - la richiesta delle Regioni era che lo Stato desse la media nazionale. Con la conseguenza che Veneto e Lombardia, essendo regioni virtuose, ci guadagnerebbero, mentre le altre regioni, essendoci l'invarianza di spesa, ci rimetterebbero. Ecco, questa parte sarebbe stata cassata: si aspetteranno i costi standard senza passare per quelli medi pro capite. Alla Lega è andata bene questa mediazione? A sentire il viceministro all'economia Massimo Garavaglia (Lega), che ha lasciato Palazzo Chigi poco dopo le 22, sì: «Il clima è positivo, molto bene. È finita la parte finanziaria, ora si parla di competenze e quindi delego».
Prima di entrare a Palazzo Chigi, Salvini ha detto ai cronisti che il testo sulle autonomie una volta uscito da Palazzo Chigi sarà esaminato dalle commissioni parlamentari che potranno «approfondire, suggerire, modificare». Salvini ha confermato di averne parlato con i governatori del Veneto e della Lombardia: «Ho pranzato con Zaia e Fontana, è da tempo che siamo pronti sulle autonomie, speriamo che questa sia l'ultima riunione». In realtà già nel pomeriggio il M5s aveva fatto capire che non sarebbe stato facile chiudere con un'intesa. «Il governo deve fare gli interessi del Paese e non di due Regioni - ha detto il sottosegretario Stefano Buffagni - Credo che quella di questa sera sia una riunione importante, non so se definitiva».
FORZA SUDIn un'intervista a Il Quotidiano del Sud, la coordinatrice nazionale di Forza Italia, Mara Carfagna, ha avvertito Veneto e Lombardia: «Ritengo - ha detto - che l'autonomia sia una facoltà costituzionale da riconoscere per alcune specifiche competenze, non in modo generalizzato. È legittimo aspirare all'autonomia sui beni culturali e la tutela del territorio, o sul sostegno delle pmi, ma che senso ha frammentare tra regioni la politica energetica, le reti infrastrutturali o la scuola pubblica?». A darle ragione è stato l'ex ministro veneziano Renato Brunetta: «Votare l'autonomia così come proposta dal Governo giallo-verde è pura follia». Ma il Coordinamento di Forza Italia Veneto, guidato da Davide Bendinelli, non la pensa così: «La speranza è che il testo sia coerente con quanto indicato dai cittadini veneti in occasione del referendum di cui Forza Italia si era fatta promotrice e in linea con quanto previsto dalla Costituzione».
Alda Vanzan
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