Autonomia, sintesi finale a Salvini, poi discussione con Conte e Di Maio. De Luca: pronti a Vietnam istituzionale

Mercoledì 27 Febbraio 2019
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini
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«Entro questa settimana il vicepresidente e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, riceverà un documento di sintesi finale. Lo discuterà con il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio». L'indicazione emerge al termine dell'incontro al Viminale tra Salvini, il ministro degli Affari regionali, Erika Stefani, e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia sul dossier dell'autonomia rafforzata.

Le bozze d'intesa sull'autonomia differenziate, saranno comprensive dei punti critici sui quali non si è raggiunta ancora l'intesa con i ministeri, tutti a guida dei 5 stelle. Una volta ricevuti i documenti, Salvini si farà carico di affrontare politicamente la questione con Conte e Di Maio. La notizia imprime una brusca accelerazione a un'andatura che in questi giorni pareva essere in stallo, soprattutto dopo il posticipo del 15 febbraio.
Non è un caso poi, secondo molti addetti ai lavori, che la novità sia arrivata dopo un incontro al Ministero dell'Interno, tutto in chiave leghista, a cui hanno preso parte Salvini, il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia.


Il titolare del Viminale e vicepremier, è stato precisato in una nota, discuterà il documento di sintesi finale con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con l'altro vicepremier Luigi Di Maio. «Applicheremo quanto previsto dalla Costituzione», hanno ribadito al termine della riunione Stefani e i governatori Fontana e Zaia. Soddisfatto Salvini, secondo il quale «stiamo vivendo un momento storico: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese». In mattinata il ministro Stefani, durante un'audizione in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali, è tornata a chiarire che «il tema centrale nelle modalità di approvazione dell'intesa riguarda il rapporto con il Parlamento».

A questo punto, ha sottolineato, «la questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell'atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all'intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative». Il tutto non senza tornare sulla salvaguardia delle prestazioni in tutto il Paese, «che sarà mio obiettivo salvaguardare nel percorso relativo all'applicazione dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione».

DE LUCA SUL PIEDE DI GUERRA - PRONTI A VIETNAM ISTITUZIONALE
Diversi i toni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si dice convinto che l'autonomia differenziata non favorirà una migliore gestione delle risorse, almeno per chi ne è sprovvisto. «Ci sono fatti gravi, come il primo accordo tra il Veneto e il governo che prevedeva che il calcolo dei fabbisogni standard avvenisse anche in relazione al reddito delle regioni di provenienza. Altri esempi: nella bozza del febbraio 2018 c'era l'idea che se aumenta l'Iva il gettito in più resta nella Regione da cui arriva». Anche per questo, ha avvisato, «siamo pronti a mettere in piedi un Vietnam istituzionale e costituzionale a ogni passaggio sull'autonomia differenziata, che sarà oggetto di valutazione della Corte Costituzionale».

Cauto il presidente dell'Ordine dei Medici Filippo Anelli, per il quale «se l'autonomia significa provare a trovare flessibilità e dare efficienza, sicuramente rappresenta una buona risposta; se significa invece frantumare il servizio sanitario nazionale in tanti servizi regionali allora torniamo indietro nella storia».
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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