«Autonomia in Consiglio dei Ministri»: la Lega accelera ma il M5s frena

Venerdì 21 Giugno 2019 di Angela Pederiva
Autonomia delle Regioni in Consiglio dei Ministri: la Lega accelera ma il M5s frena
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Neanche il tempo di dare un colpo di acceleratore, che è già ora di premere sul freno. Sull'autonomia va così nel Governo a due gambe: da una parte la Lega spinge in avanti, dall'altra il Movimento 5 Stelle tira all'indietro. Così al giro di boa del 21 giugno, l'ultima della lunga serie di date via via annunciate come obiettivo temporale per l'approvazione della riforma, il Veneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna portano a casa l'incardinamento: le bozze delle intese sono all'esame del Consiglio dei ministri e dovranno approdare nelle commissioni parlamentari. Ma subito parte il fuoco di fila grillino contro la riforma. Ieri a Roma si sono tenuti due incontri cruciali. Il primo è stato quello fra il premier Giuseppe Conte e il ministro Erika Stefani, all'indomani della seduta a Palazzo Chigi in cui  mercoledì sera la stessa titolare degli Affari Regionali aveva informato i colleghi «sullo stato avanzato dell'iter di attuazione dell'articolo 116 comma terzo della Costituzione», oltre che sulle richieste pervenute da Piemonte, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Campania. «L'autonomia ha annunciato Stefani all'ora di pranzo è ufficialmente incardinata. Con Conte abbiamo stabilito la road map sulle fasi finali della trattativa. Con il presidente abbiamo confermato la necessità di un passaggio preliminare alla firma del testo delle intese nelle commissioni parlamentari». Dunque ora il pallino è in mano al presidente del Consiglio, che conta di riesaminare collegialmente la questione già al suo ritorno da Bruxelles, previsto per oggi. Il secondo colloquio ha visto invece di fronte il vicepremier Matteo Salvini e il governatore Luca Zaia, rientrato da Roma con ampie rassicurazioni da parte del segretario della Lega, come sintetizzato nel selfie finale. «Indietro non si torna», ha promesso Salvini. «È una bella giornata per il Governo e per la compagine politica che lo sorregge e che sta cercando di rispettare la parola data ai cittadini», ha concordato Zaia.
LO STOPMa di fronte all'esultanza leghista è prontamente scattata la controffensiva pentastellata. Eloquente il post su Facebook del vicepremier Luigi Di Maio: «Sento tanto parlare di autonomia, e va bene, l'hanno chiesta i cittadini di Veneto, Lombardia, la Regione Emilia-Romagna ed è nel contratto di governo. Quello che tutti dobbiamo ricordare, però, è che all'Italia tutto serve tranne un ulteriore divario tra Nord e Sud. Il punto qui è politico e lo evidenzio senza mezzi termini: a questo Paese serve un grande piano per il Sud. E l'unico modo coerente e corretto per affrontare l'autonomia è elaborare soluzioni per il Sud». Dal fronte del Mezzogiorno, in sede di Bilancio, ha confermato il ministro Barbara Lezzi: «L'autonomia noi la stiamo rivedendo insieme ai colleghi della Lega in modo che non ci siano differenze tra Nord e Sud. C'è il pieno accordo dei colleghi della Lega per fare un ottimo lavoro, soltanto quando ci sarà quel lavoro in Consiglio dei ministri verrà dato un via libera». Inevitabile la stilettata della deputata dem Maria Elena Boschi: «La ministra Lezzi in commissione dichiara che non ha dato nessun via libera sull'autonomia. Ma Salvini lo sa? Questo Governo continua a prendere in giro gli italiani dicendo tutto e il contrario di tutto». Pure il senatore centrista Antonio De Poli sente puzza di stop: «Fino a quando non c'è un testo, non ci fidiamo».
Angela Pederiva
Ultimo aggiornamento: 13:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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