Autonomia, ora tocca alla "cabina di regia" per i livelli essenziali delle prestazioni

Dal 30 gennaio al primo febbraio, ecco cosa è cambiato nel testo approvato dal consiglio dei ministri

Venerdì 3 Febbraio 2023 di Alda Vanzan
Il ministro Calderoli con Elisabetta Casellati

VENEZIA - Cos'è cambiato dal 30 gennaio 2023 al 1° febbraio 2023? Rispetto alla bozza arrivata martedì in pre-Consiglio, il testo approvato ieri a Palazzo Chigi presenta alcune modifiche.

Sostanzialmente è stato accentuato il ruolo dell'assemblea legislativa, prevedendo che il ddl approvato ieri a Palazzo Chigi vada, dopo il parere della Conferenza unificata, all'esame delle commissioni parlamentari che si esprimeranno con atti di indirizzo. Documento che poi il Governo dovrà tenere in considerazione prima di predisporre lo schema di intesa definitivo con la Regione. Un'altra modifica riguarda i Livelli essenziali delle prestazioni. Qui è stato aggiunto un comma nuovo di zecca, che dice: Qualora dalla determinazione dei Lep derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si potrà procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica. Ossia: prima si fanno i Lep, poi si trovano i soldi e solo successivamente si trasferiscono le competenze alla Regione.

Autonomia differenziata


Nella relazione illustrativa della legge Calderoli sono spiegate le finalità e le procedure: Con l'autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell'Italia. L'auspicio è che tutti aumentino la velocità: sia le aree del Paese che con l'autonomia possono accelerare sia quelle che finalmente possono crescere. E qui entra in ballo la perequazione: Il fondo di perequazione previsto dall'articolo 119, terzo comma, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle regioni che non fanno richiesta dell'autonomia differenziata. In questo modo cresce l'Italia. A mancare è l'ammontare del fondo: quanti soldi serviranno per garantire a tutti gli stessi servizi? Al riguardo il ministro Calderoli, nella visita a Venezia della scorsa settimana, ha detto che i conteggi si faranno al momento opportuno.

Cosa sono i Lep?


I livelli essenziali delle prestazioni saranno determinati con decreto del presidente del Consiglio dei ministri - e non con legge dello Stato come voleva il centrosinistra - per «il pieno superamento dei divari territoriali». Al riguardo l'ultima legge di bilancio ha istituito a Palazzo Chigi una cabina di regia, composta dal premier, dal ministro per gli Affari regionali, quello per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, quello per le Riforme istituzionali, quello dell'Economia, oltre ai ministri competenti, il presidente della Conferenza delle Regioni, e quello dell'Associazione nazionale dei comuni italiani. Il compito della cabina di regia è individuare i Lep in un anno (con una ricognizione sulla spesa storica dell'ultimo triennio dello Stato in ogni Regione), quindi entro fine 2023, sulla base delle ipotesi della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, e d'intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni-Città. Scaduto il termine di un anno, toccherà a un commissario. Le Camere hanno 45 giorni per il parere, prima che il Dpcm sia adottato.


Autonomia, come funziona l'iter


Il procedimento dura almeno cinque mesi. Il ministro dell'Economia e quelli competenti hanno 30 giorni per valutare la richiesta della Regione, dopo che è stata trasmessa al presidente del Consiglio e al ministro per gli Affari regionali. Poi si apre un negoziato con la Regione per l'intesa preliminare, approvata poi dal Cdm e trasmessa alla Conferenza unificata che, a sua volta, ha 30 giorni per il parere. Quindi va alle Camere: i «competenti organi parlamentari» hanno 60 giorni per «atti di indirizzo». Successivamente il premier (o il ministro per gli Affari regionali) predispone l'intesa definitiva (con eventuale ulteriore negoziato). La Regione la approva, ed entro 30 giorni è prevista la delibera in Cdm. Il disegno di legge è trasmesso alle Camere che votano a maggioranza assoluta.

Stato e regioni, quanto durano le intese?


Le intese hanno durata massima di 10 anni. Stato o Regione possono chiederne la cessazione, deliberata con legge a maggioranza assoluta dalle Camere. Alla scadenza, l'intesa si intende rinnovata per la sua durata, salvo che Stato o Regione manifestino volontà diversa un anno prima del termine.

Video

Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci