Autonomia, in 50 al Senato per discutere della riforma

Il consiglio metropolitano di Roma ha chiesto al governo di bloccare l'iter

Martedì 23 Maggio 2023 di Alda Vanzan
Luca Zaia

VENEZIA - Inizia oggi a Palazzo Madama il percorso del disegno di legge sull'autonomia differenziata con le audizioni di una cinquantina di persone tra presidenti di Regione, sindaci, esperti in commissione Affari costituzionali. Il primo ad essere ascoltato dai senatori sarà il governatore del Veneto, Luca Zaia, ma ci saranno anche i professori Paolo Feltrin e Mario Bertolissi.
In realtà i disegni di legge sono tre: il 615 presentato dal ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, il 273 del senatore e segretario del Pd veneto Andrea Martella, il 62 del capogruppo dem a Palazzo Madama ed ex ministro Francesco Boccia.

Le audizioni riguarderanno tutte e tre le proposte normative, anche se l'attenzione sarà ovviamente concentrata sul testo governativo, tanto più che Calderoli ha ribadito che la riforma sarà approvata «entro il 2023», che potranno esserci delle modifiche ma non dei rinvii.


I NOMI

Chi sarà sentito? L'elenco pubblicato sul sito del Senato prevede per questa prima giornata di audizioni un veneto in apertura dei lavori (Zaia) e un veneto in chiusura (Bertolissi). In mezzo ci saranno i rappresentanti delle Regioni Lombardia, Abruzzo, Lazio, Puglia, ma anche della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative regionali (e per quest'ultima ci sarà il presidente leghista del Ferro Fini Roberto Ciambetti). Poi i rappresentanti della Fondazione Gimbe, gli esperti Alfonso Celotto, Andrea Del Monaco, Paolo Feltrin, Marco Esposito. Nel pomeriggio toccherà al sindaco di Cagliari, a Anpci (l'associazione dei piccoli Comuni), le Province con l'Upi, la Rete dei sindaci Recovery Sud, il Comitato Ritiro Ogni Autonomia, infine il professor Mario Bertolissi, che fa parte della delegazione trattante del Veneto. Giovedì pomeriggio altra tornata di audizioni con Anci, Ance, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Conferenza Regioni e Province autonome, Cna, Confartigianato, Alleanza Cooperative, Svimez, Associazione Libera, Forum Terzo Settore, Legambiente, Anaao Assomed e altri due esperti, l'avvocato Anna Falcone e il professor Claudio De Fiores.


I TECNICI
Pare che dalle forze di maggioranza siano arrivate sette richieste di audizione da parte della Lega, sei da Fratelli d'Italia e una soltanto da Forza Italia. Mentre le forze di opposizione in totale avrebbero chiesto circa 32 audizioni: in alcuni casi le richieste sono state condivise tra più partiti. Tra i nomi indicati degli esperti e professori da sentire - ma non ancora convocati - c'erano il presidente del Comitato sui Lep Sabino Cassese (indicato da Lega e Azione-Italia viva) e il professore e presidente del Comitato per la Democrazia Costituzionale Massimo Villone (indicato da Verdi e Sinistra), che ha presentato una legge di iniziativa costituzionale contro l'autonomia differenziata.
Oltre ai lavori della commissione Affari costituzionali del Senato, ci sono anche quelli delle commissioni tecniche: quella sui Lep presieduta da Sabino Cassese (62 membri tra i quali quattro veneti: Mario Bertolissi, Andrea Giovanardi, Marco Stradiotto, Ludovico Mazzarolli) e quella sui fabbisogni standard presieduta da Elena D'Orlando (che fa parte anche della delegazione trattante del Veneto) e che tra i 14 membri vede Andrea Giovanardi per il ministero per gli Affari regionali e le Autonomie. Da registrare che nella commissione trattante per il Veneto è entrato a far parte (assieme a Maurizio Gasparin, Giacomo Quarneti, Mario Bertolissi, Ludovico Mazzarolli, Elena D'Orlando, Giancarlo Pola, Andrea Giovanardi, Dario Stevanato) anche il nuovo dg della Sanità Massimo Annicchiarico in sostituzione di Luciano Flor.


LA RICHIESTA
E intanto dalla capitale arriva una richiesta di stop: il Consiglio metropolitano di Roma ieri ha approvato a maggioranza una mozione con cui chiede al governo «di sospendere ogni decisione in ordine a forme di autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario» perché «il disegno di legge Calderoli mette gravemente in pericolo l'eguaglianza dei diritti tra i cittadini».

Ultimo aggiornamento: 13:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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