Autonomia, Calderoli apre alle Regioni: «Accolte tutte le richieste»

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Roberto Calderoli e Luca Zaia

L'approvazione del disegno di legge sull'autonomia differenziata doveva avvenire al primo Consiglio dei ministri dopo le elezioni del 25 settembre.

Poi entro l'anno con la manovra di bilancio. Adesso l'aggiornamento è metà gennaio. Solo che, mentre il ministro Roberto Calderoli rassicura le Regioni dicendo che non ci saranno strappi e nel contempo minaccia querele a chi lo accusa di voler spaccare l'Italia, tra i leghisti veneti sta prendendo piede l'amara convinzione di un déjà vu. «Come nel Conte I, nel 2018 si opponeva il M5s, ora Fratelli d'Italia», si sfoga un alto dirigente del Carroccio veneto. Perché, appunto, con un governo di centrodestra e con la Lega nella compagine, nessuno si aspettava che passassero più di tre mesi per portare l'Autonomia in consiglio dei ministri. Il testo è stato «ufficialmente trasmesso in Presidenza» il 29 dicembre, ma al momento circola solo uno schema. Undici articoli che Palazzo Chigi non ha ancora licenziato.


LA RIUNIONE
«Tutte le richieste presentate dalle Regioni» in merito all'Autonomia «sono state accolte», ha detto ieri il ministro Roberto Calderoli al termine della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Unificata. Il giorno prima era stato il presidente della Conferenza delle Regioni (oltre che del Friuli), Massimiliano Fedriga, ad assicurare la condivisione: «Sull'autonomia differenziata c'è un testo inviato dal ministro al Governo e alla Conferenza delle Regioni che recepisce i punti decisi all'unanimità dalla Conferenza stessa». Calderoli ieri l'ha ribadito: «Sono state accolte tutte le richieste presentate dalle Regioni nel cosiddetto ottalogo', ovvero quel documento da loro sottoscritto e votato all'unanimità, e consegnato una sintesi con dettagliati riferimenti normativi a testimonianza del recepimento. L'ennesima dimostrazione che anche sul fronte dell'autonomia intendo procedere senza blitz o strappi ma cooperando con le Regioni».


IL TESTO
Lo schema di disegno di legge datato 29 dicembre 2022 si compone di 11 articoli, dalle finalità alle disposizioni transitorie e finali. L'articolo 2 dettaglia il procedimento di approvazione delle intese fra Stato e Regione: si prevede che lo schema di intesa preliminare, una volta sottoscritto dal premier e dal governatore, venga sottoposto per un parere prima alla Conferenza Unificata e poi alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. L'intesa preliminare non va, dunque, all'esame di Camera e Senato. E se i pareri fossero contrari? Il testo dice: Il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, valutati i pareri della Conferenza unificata e della Commissione parlamentare per le questioni regionali o, comunque, una volta decorso il termine di trenta giorni per l'espressione del parere di quest'ultima, predispone lo schema di intesa definitivo al termine di un ulteriore negoziato, ove necessario. Al Parlamento viene trasmesso, per l'approvazione, il disegno di legge una volta che lo schema di intesa diventa definitivo.


LEP, FUNZIONI, RISORSE
Articolo 3: I livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale sono determinati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Il fatto di scegliere i Dpcm anziché una legge ha già fatto infuriare l'ex ministro del Pd Francesco Boccia («Neanche per scherzo»). L'articolo 4 dice che alle Regioni verranno trasferite non solo le funzioni ma anche le relative risorse umane, strumentali e finanziarie. È il passaggio contestato da chi sostiene che così si svuoteranno i ministeri. Tutte queste risorse saranno determinate da una Commissione paritetica Stato-Regione (articolo 6). Sono quindi previste compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturato nel territorio regionale o riserva di aliquota, in modo tale da consentire l'integrale finanziamento delle funzioni attribuite. L'articolo 8 stabilisce che le funzioni amministrative trasferite alla Regione possono essere attribuite dalla stessa Regione a Comuni, Province e Città metropolitane. L'articolo 10 prevede misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale anche attraverso non meglio specificati interventi speciali.

Ultimo aggiornamento: 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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