Milionari ma nelle case popolari: al setaccio i redditi Isee già presentati

Venerdì 9 Agosto 2019 di Nicola Munaro
Milionari ma nelle case popolari: al setaccio i redditi Isee già presentati
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VENEZIA - Nell'immensa galassia di dichiarazione dei redditi e comunicazione Isee Erp che l'Ater di Venezia si trova a fronteggiare in questi giorni di agosto, ci sono un migliaio di dichiarazione Isee che non sono chiare.

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Mancano di alcuni punti, sono compilate in maniera sbagliata o nemmeno sono state redatte. Sono, in pratica, un migliaio di posizione da approfondire: il che non vuol dire che si tratti solamente di furbetti.Potrebbero esserci casi di anziani che non sono stati in grado di fare un'adeguata rendicontazione della propria situazione economica e patrimoniale, ma potrebbero esserci - non è escluso - anche i casi di chi, pur non avendo bisogno di un alloggio di edilizia pubblica, ha giocato sporco sulle dichiarazioni ufficiali per mantenersi un appartamento, magari nel centro storico di Venezia, dove le case Ater sono 2.500, a canoni calmierati. Persone a cui anche l'aumento dell'affitto mensile scattato con l'applicazione (dal primo luglio) della legge regionale del 2017, è comunque un vantaggio  rispetto ad un affitto a prezzi di mercato.
È questo il nuovo filone d'indagine su cui sta lavorando l'Ater veneziana, che dopo aver denunciato in procura i casi più eclatanti (sarebbero nove in tutto), ha avviato una serie di propri accertamenti per scoprire come queste persone siano state in grado di ottenere l'alloggio pubblico da una parte, e dall'altra abbiano racimolato delle vere e proprie fortune economiche. In pratica l'Ater sta passando al setaccio tutte le dichiarazioni presentate per scovare altri casi delicati. Come la storia di quel veneziano che per 78 metri quadri paga 114 euro di affitti al mese pur avendo immobili di proprietà per quasi 90 mila euro e un patrimonio che sfiora il miliardo di euro. Ma anche chi, per 80 euro al mese, passa le sue giornate in una casa popolare in laguna pur avendo in banca oltre 862 mila euro.
IL GOVERNATORESul caso dei furbetti dell'Ater che sta investendo la regione, ieri da Belluno è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Non c'è alcuna volontà di fare angheria su chi ha titolo per stare in una casa popolare - ha puntualizzato il Governatore - In Veneto sono 40 mila gli inquilini, ne abbiamo 14 mila che attendono di avere una casa popolare e non hanno la disponibilità finanziaria per andare sul libero mercato». 
E a proposito dei controlli ai furbetti delle case popolari, Zaia ha puntualizzato: «È pur vero che la nuova legge finalmente dopo tanti anni mette dei paletti. Siam disposti, con la delibera che abbiamo fatto, a dire alle Ater che valutino tutti coloro che hanno da lamentarsi, ma è pur vero che se ti trovi ad avere in conto corrente 700-800 mila euro e paghi 10 euro e 88 centesimi di affitto al mese, te lo aumentano a 400 euro e ti lamenti, non ce l'ho con te ma ho l'impressione - ha concluso - che ci siano molti veneti che hanno più diritto ad avere quella casa».
TENSIONE A VENEZIAIntanto nella città d'acqua, una delle più colpite dall'entrata in vigore della legge regionale che fissa a 20 mila euro il tetto di Isee Erp con cui avere accesso ad una casa di edilizia pubblica, si alza il livello di tensione sul tema delle case pubbliche. 
Il gesto forte arriva da Renato Boraso, assessore comunale alla Gestione del Patrimonio Pubblico, che si è autosospeso dall'incarico arrivando ad annunciare ieri mattina, durante una seduta della Giunta di Ca' Farsetti che, se entro il 15 settembre, l'emergenza delle case popolari non dovesse essere risolta, si metterà alla testa delle centinaia di inquilini colpiti ingiustamente «e marceremo su palazzo Ferro Fini, mentre io comincerò lo sciopero della fame»
Ieri mattina, poi, il deputato e consigliere comunale del Pd, Nicola Pellicani, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con cui chiedere un intervento «per assicurarsi che la legge venga immediatamente modificata». Una legge che il deputato dem definisce «iniqua» e che pur pensata per scovare chi ha tratto vantaggio da un vuoto normativo sui controlli, ora rischia di rivelarsi un boomerang nei confronti di chi ha veramente bisogno di un alloggio pubblico.
Dal canto suo il presidente dell'Ater veneziana, Raffaele Speranzon, ha annunciato l'istituzione di un gruppo di lavoro per velocizzare le pratiche e le risposte ai tanti inquilini preoccupati.
Nicola Munaro

Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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