Stop Astrazeneca. Veneto, cambio di vaccino per 36mila persone sotto i 60 anni

Martedì 15 Giugno 2021 di Alda Vanzan
Stop Astrazeneca. Veneto, cambio di vaccino per 36mila persone sotto i 60 anni

AstraZeneca era il vaccino raccomandato per chi aveva meno di 55 anni. Poi hanno detto: meglio darlo a chi ha meno di 60 anni. Poi hanno nuovamente rettificato: questo siero va dato dai 60 anni in su, ai giovani non va bene, alle giovani donne men che meno. «Imbarazzante quanto accaduto in questi mesi», dice il filogovernativo Luca Zaia. Filogovernativo perché il presidente della Regione del Veneto ha - parole sue - «pedissequamente» applicato quanto «raccomandato» dagli scienziati. Che fosse l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, o il Cts, il Comitato tecnico scientifico nazionale, il Veneto si è attenuto alle raccomandazioni degli esperti. «Mai fatto un open day», ribadisce il governatore. «La rigorosità nell'andare con i vaccini per classi di età, senza saperlo, ci ha salvato da un guaio ancora maggiore. Se avessimo fatto, come qualche altra Regione, i salti di fasce d'età, oggi avremmo molti più richiami di seconde dosi», dice Zaia. Che però adesso si ritrova sul groppone 36mila richiami per under 60: dovevano essere AstraZeneca, dovranno essere Pfizer o Moderna.

Con il dettaglio che di AstraZeneca sono pieni i magazzini (e il rischio, causa scadenza, è di buttarli), mentre di Pfizer e Moderna c'è assoluto bisogno, anche se si sta cercando di ottenere la settima dose da Pfizer e la dodicesima da Moderna («Stiamo spremendo le fiale come limoni»). Epperò c'è chi rifiuta il mix: ieri Astra, oggi un altro vaccino? non se ne parla. A ieri sono stati 4 i veneti che hanno rifiutato la seconda dose del vaccino anti-coronavirus perché di tipologia diversa dalla prima dose.

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I CALENDARI
Sono 36mila i veneti, tutti under 60, che hanno avuto AstraZeneca come prima dose ed erano convinti di avere AstraZeneca come richiamo. E invece dovranno accettare Pfizer o Moderna. «C'è effettivamente un problema di riprogrammazione», dice il presidente della Regione. Che peraltro non può neanche far conto su aumenti di forniture stante il cambio di profilassi: «Ho l'impressione che a luglio non ci saranno trend in aumento delle forniture, comunque non ci scoraggiamo». Chi ha già prenotato non dovrebbe preoccuparsi: «Le agende già fissate sono confermate», dice Zaia. «In Veneto la percentuale di somministrazione di AstraZeneca agli under 60 è pari al 4% della platea vaccinale, siamo la penultima regione quanto a somministrazione di questo siero a chi ha meno di 60 anni», dice Zaia. Peggio del Veneto - e cioè meglio visti gli sviluppi della campagna di profilassi - ha fatto il Friuli Venezia Giulia. E sono 4, in Veneto, i cittadini che hanno rifiutato Pfizer o Moderna come richiamo dopo aver fatto AstraZeneca come prima dose. «Prendiamo atto e mettiamo tutto a verbale», sottolinea il presidente della Regione.


IL DUBBIO
E i giovani? Al contrario dell'Italia, che ha deciso di autorizzare le somministrazioni tra i 12 e i 16 anni dopo l'ok dell'Ema al vaccino Pfizer, in Germania la Commissione permanente per le vaccinazioni non ha raccomandato di inoculare il prodotto a tutti i ragazzi di quell'età, ma soltanto chi ha determinate patologie pregresse. «Per noi la Germania è il punto di riferimento, il pesce pilota - dice Zaia -. Auspico che in Italia il mondo scientifico chiarisca questo tema». Anche perché, ribadisce Zaia, quel che ha detto e fatto l'Europa in tempi di pandemia è «imbarazzante»: «Le politiche sanitarie in Europa? Un mosaico». 

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I DATI
Quanta gente si è vaccinata in Veneto? Premesso che dal 27 dicembre a domenica sera sono state inoculate 3.384.768 dosi di cui 1.081.517 cicli completati, il record spetta ai nonni: il 99,1% degli over 80 ha fatto o prenotato la prima dose, mentre si arriva al 25% per i nati tra il 2002 e il 2009. E c'è l'incognita autunnale della terza dose: «Se non sarà una terza dose - dice Zaia - penso che potrebbe esserci un nuovo vaccino».

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Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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