Ritrova e ricompra i quadri
venduti dal papà in difficoltà

Venerdì 25 Settembre 2015 di Alberto Terasso
Giampaolo e Pietro Cagnin
Se fosse una favola, il gioco sarebbe semplice, tanto questa storia è edificante: un uomo con la seconda elementare diventa imprenditore, s’innamora dell’arte, raccoglie quadri appena può. Gli piace Amos Nattini, di cui diventa grande amico. La vita, però, gli presenta subito il conto: le cose in azienda non vanno bene e deve vendere tutta la collezione. Il figlio si mette alla ricerca dei quadri perduti, li recupera uno a uno: dopo anni, restituisce la raccolta al padre. Lieto fine.



Ma fiaba non è, tutto è reale. E non soltanto questo. La storia è una sfilza di simboli che viaggiano dall’amore per il padre, corrono nel rispetto della memoria, mostrano che esiste la grande amicizia e dimostrano che i valori resistono, eccome.

Giampaolo Cagnin, 55 anni, è un imprenditore, e suo padre, Pietro, uomo di popolo, ha 94 anni. Una dinastia che viene da Camposampiero, tanto che la sua azienda, nel parmense, si chiama Campus (si occupa di tecnologie alimentari) anche in omaggio all’origine contadina della famiglia. «In un nostro podere avevamo una quercia - giusto per aggiungere simboli ai simboli - si ammalò, d'altra parte aveva 140 anni: lo curò il fitopatologo: ora ne ha 155». Per dire il culto delle radici.



Pietro fa il calderaio, comincia da semplice operaio all’Oreste Luciani di Parma. Qui vede una tavola gigante di Amos Nattini, pittore caro a D’Annunzio, celeberrimo al tempo, tanto che il Duce regalò a Hitler una voluminosa edizione della Divina Commedia, illustrata proprio da Nattini.

Insomma, per Cagnin padre è un colpo di fulmine: comincia a raccogliere le opere di quell’artista che poi diventerà suo grande amico. Compra, compra. Magari non le scarpe e pantaloni, ma quadri di Nattini.

Ma le "avventure" della vita, dice oggi il figlio, costringono Pietro a vendere le tele. Un dolore inconsolabile. «Lo trovai un giorno - racconta Giampaolo, allora quarantenne affermato - davanti all’ultima tavoletta, una cosa da 20 centimetri, che gli era rimasta: le stava parlando». Impazzito? No: "Sto chiedendo scusa ad Amos perché l’ho tradito, ho venduto tutti suoi quadri». Uno strazio dal quale, era il 2000, comincia la parte della storia che conduce al finale commovente.



«Decido di ricomprare tutte le tele – spiega Giampaolo - partono migliaia di lettere, ai giornali, agli antiquari, galleristi, direttori di musei; la ricerca arriva su internet. Roma, Venezia, Milano”.

Partono anche centinaia di migliaia di euro. La ricerca dura anni e ogni anno per il compleanno e per Natale a papà Cagnin arriva un quadro in regalo.

Ma il regalo dei regali è in arrivo oggi: nella prestigiosa sede della Pilotta di Parma si aprirà la mostra delle opere di Nattini. Soprattutto quelle ritrovate - praticamente tutta la collezione - anche in nome di un’amicizia più forte del tempo. «Siamo riusciti a prenderli tutti - dice il figlio che ancora ricorda il dolore del padre quando gli portarono via i quadri - anche se la caccia non è ancora finita».
Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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