Il Veneto non fa più figli: nel 2050 ci sarà un pensionato per ogni lavoratore

Lo studio della Fondazione Moressa, a Rovigo il record negativo

Martedì 24 Gennaio 2023 di Mauro Favaro
Il Veneto non fa più figli: nel 2050 ci sarà un pensionato per ogni lavoratore

TREVISO - «Nel 2050 ogni lavoratore avrà un pensionato a carico. E con un rapporto di 1 a 1, il sistema di welfare non può reggere». L'allarme è lanciato dalla Fondazione Leone Moressa. Ci si sta sempre più avvicinando al ciglio del burrone aperto dalla denatalità. Senza un cambiamento di rotta, il rischio è che salti tutto. A partire dal sistema delle pensioni. Ci sono sempre meno bambini. I dati parlano chiaro. Negli ultimi 14 anni il numero dei nuovi nati in Veneto è calato di quasi il 35%: da poco meno di 50mila neonati all'anno a poco più di 30mila. A livello storico, il ridimensionamento maggiore riguarda la provincia Rovigo: dal 2008 ad oggi le nascite sono diminuite del 42,5%. «Siamo già nell'inverno demografico», evidenzia Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione.
È questo il contesto che ieri ha portato al lancio a Treviso del nuovo Osservatorio natalità e famiglia. Al progetto, promosso dalla fondazione Centro della famiglia, partecipano l'Anci, l'associazione regionale dei Comuni, la direzione regionale dell'Inps, il Forum delle associazioni familiari del Veneto e la stessa fondazione Leone Moressa. Entro marzo, poi, potrebbero aggiungersi alcune imprese impegnate sul fronte del welfare aziendale. L'obiettivo dell'osservatorio è raccogliere e intersecare i dati sulla situazione delle famiglie venete, sia dal punto di vista sociale che economico, per poi consentire alle amministrazioni locali di mettere a punto iniziative volte a contrastare l'inverno demografico.
«Chiaramente il sistema non potrebbe reggere a fronte del rapporto di uno a uno tra persone attive e pensionati avverte Filippo Pagano, già vicario della direzione centrale Entrate dell'Inps, dall'inizio di quest'anno nuovo direttore in Veneto se non si interviene in modo strutturale, urgentemente, c'è il rischio di un tracollo del sistema, con conseguenti interventi molto più importanti sulla finanza pubblica, e quindi sulla fiscalità in generale. Da parte nostra, è doveroso partecipare a queste iniziative per condividere i dati e consentire delle scelte a livello amministrativo e politico che possano invertire la tendenza rispetto alla denatalità».
«Oltre alla Lombardia, sul piano organizzativo divisa tra Milano e il resto, il Veneto è la prima regione dal punto di vista di riscossioni contributive, in senso lato aggiunge c'è una sfida doppia: da un lato mantenere vivo il tessuto produttivo che qui è all'avanguardia, e che a differenza di altre realtà continua ad aumentare, e dall'altro lato c'è il tema strettamente collegato della prestazioni previdenziali. Anche su questo fronte il Veneto rappresenta un laboratorio importante».
Oltre al crollo di Rovigo (da 1.658 nascite nei primi dieci mesi del 2008 a 953 nello stesso periodo dell'anno scorso), negli ultimi 14 anni i neonati sono diminuiti in tutte le province del Veneto: a Belluno si è a meno 39,8% (da 1.540 a 927), a Treviso meno 37,5% (da 7.841 a 4.899), a Padova meno 36,1% (da 7.607 a 4.859), a Vicenza meno 35,7% (da 7.697 a 4.952), a Venezia meno 35,6% (da 6.422 a 4.136). In provincia di Verona, infine, il calo è stato del 32,2% (da 7.962 a 5.400). Nell'ultimo anno il balzo all'indietro più grande è stato registrato dalla provincia di Padova: meno 5,3%. Ma si è tutti sulla stessa barca. «E Noè aveva iniziato a costruire l'arca prima del diluvio nota Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari del Veneto per questo bisogna cominciare ad agire fin da subito per contrastare la denatalità. Anzi, si è già in ritardo».
Il tema è generale. Ma anche i Comuni possono fare la loro parte. Tra i suggerimenti già arrivati dal Forum ci sono ad esempio l'adozione del Fattore Famiglia per determinare le tariffe, la promozione di un'edilizia pubblica per le giovani coppie, l'ampliamento dell'orario di apertura delle scuole con servizi praticamente gratuiti. E così via. «Il fenomeno della denatalità ci riguarda tutti scandisce Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto ci sono diversi elementi. Il costo di gestione della vita di una famiglia può spingere i giovani a ritardare il progetto di mettere al mondo un bambino. Così come c'è anche un elemento culturale: probabilmente siamo tutti meno predisposti al sacrificio, più concentrati sulla carriera professionale, mettendo in secondo piano lo sviluppo di una famiglia».
«Il margine per le amministrazioni locali è abbastanza limitato conclude Conte ma abbiamo l'obbligo di creare le condizioni dal punto di vista dei servizi per fare in modo che i giovani si sentano accompagnati in un percorso di investimento sul loro nucleo familiare. Vogliamo essere protagonisti in questo tavolo per mettere a fuoco le iniziative più mirate». L'osservatorio si è già messo al lavoro. La prima indagine riguarderà il welfare locale in Veneto: stato di fatto, criticità e prospettive. Si parte da qui.

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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