​Alouette, Anouk, Carolus, Twinner:
stanno arrivando le “super” patate

Mercoledì 12 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Alouette, Anouk, Carolus, Twinner: stanno arrivando le “super” patate
FRIULI - In arrivo dopo tre anni di sperimentazione le super patate selezionate dall’Ersa Fvg che sono più resistenti alle malattie con conseguente minore utilizzo di prodotti chimici per la loro coltivazione, a beneficio di agricoltori, dell’ambiente e di chi le mangia. Queste varietà resistenti sono la Alouette, la Anouk, la Carolus, la Twinner e la Sarpo Mira. Saranno presentate a fine mese a Tolmezzo, in uno stand dell’Ersa, in occasione della manifestazione “Il filo dei sapori” che si terrà dal 27 al 31 ottobre. Per l’evento, in collaborazione con la scuola alberghiera del capoluogo carnico, i ragazzi che stanno imparando il mestiere cucineranno dei piatti utilizzando proprio questo nuovo tipo di patate. Gli assaggi saranno offerti in degustazione. Sarà una delle prime prove per capire se anche alle persone le varietà resistenti piacciono o meno.
 
A Zoppola l'unica coop dei coltivatori di patate 
«La Regione ha sempre spinto e favorito la sperimentazione sulla patata, prima come "Centro di sperimentazione agraria" e poi come Ersa, dal 1980, basandosi sulla scelta delle varietà che venivano messe in prova dalle diverse ditte, valutando l’adattabilità ai diversi tipi di terreno e la resistenza alle malattie - spiega Renato Danielis del servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica dell’Ersa -. La nostra realtà più importante in regione è la cooperativa di patate Co.Pro.Pa, che è anche l’unica. Ha sede a Ovoledo di Zoppola, è presieduta da Flavio Pighin e rifornisce la grande distribuzione ma anche ristoranti e agriturismi con un prodotto che va incontro alle nuove esigenze del consumatore. Le patate vengono vendute già sbucciate, precotte e messe sotto vuoto, in modo da ridurre i tempi in cucina per la loro preparazione. Il pre-trattamento non fa perdere le qualità organolettiche; Co.Pro.Pa. ha aderito ad Aqua, marchio regionale che certifica la qualità del prodotto e tutto il sistema produttivo, dal campo al negozio. È una coop che conta un centinaio di soci e che opera dal 1988. I dati raccolta del 2002 sono di 57mila quintali di patate e, nel tempo, il trend è rimasto sostanzialmente invariato; c’è da dire che chi aveva colture di questo tipo ha dato più spazio alla vite, in particolare del sauvignon, perché molto più remunerativa».
 
400 ettari coltivati a patata in tutto il Friuli
Nel resto del Friuli le aree dove si coltiva patate sono la zona di Reana del Rojale, dove si organizza annualmente anche una festa e mostra-mercato, e Basiliano. Le zone migliori sono quelle non troppo calde perché il tubero soffre le alte temperature in maniera continuata, mentre sopporta bene lo sbalzo termico. «In tutta la regione gli appezzamenti coltivati sono circa 400. La varietà che va per la maggiore e che è la più coltivata è la Kennebec, da “sempre” presente in Friuli; non è molto adatta alla grande distribuzione perché non è “bella da vedere”, non è facile da sbucciare né da lavare ma, per le sue caratteristiche organolettiche è ottima sia fritta, che per il purea che per tutti gli altri usi in cucina. A Ovoledo, invece, c’è la varietà Marabel: anche questa va bene per ogni impiego culinario, è a pasta gialla e si lava meglio».
 
Il 60% delle patate che mangiamo arriva dalla Francia 
La produzione di patate del Friuli non soddisfa il fabbisogno della regione tanto che il 60% circa del prodotto viene importato dalla Francia. «In questo Paese le coltivazioni sono molto estese, il terreno ottimo e il clima ideale. Qualcosa arriva anche dal Nord Africa, passando per il porto di Trieste, ma si tratta di un import richiesto perlopiù dalla Germania, dove la patata è usata a tavola al posto del pane e della pasta. Ha un alto contenuto di carboidrati e anche di acqua e questa la rende preferibile rispetto al pane fatto con farina raffinata. In Friuli le aziende sono troppo piccole per riuscire a fare "numeri" elevati, e c'è il problema della montagna che ha terreni con proprietà molto frazionate, quindi con difficoltà a coltivare su ampie aree. Spesso le aziende, quelle a conduzione familiare, vendono il prodotto direttamente in casa». 
Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 19:34

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