Alcol e decoro, ecco tutti
i divieti dei sindaci a Nordest

Domenica 14 Settembre 2014 di Daniela Boresi
Alcol e decoro, ecco tutti i divieti dei sindaci a Nordest
Sono diventate le ordinanze le nuove mura di cinta per salvare le città dal degrado e dai pericoli. I divieti hanno infatti due funzioni: la prima (acclarata) quella di fungere da deterrente e da argine ai cattivi costumi, la seconda (disattesa, visto che poche multe vengono pagate) quella di fare cassa.

L’apripista è stato senza ombra di dubbio il sindaco-sceriffo per antonomasia, Giancarlo Gentilini, con le sue ordinanze a Treviso su accattoni, sbandati, panchine divelte nelle aree strategiche per evitare i bivacchi notturni. Era solo l’inizio: di discepoli il primo cittadino del Carroccio ne ha trovato più di uno e non solo all’interno della Lega. La "questione decoro" è diventata infatti un punto fermo per tutti i capoluoghi; e non solo visto che Massimo Bitonci, oggi primo cittadino di Padova, ha iniziato ad applicare il suo programma di rigore a Cittadella, - comune di 10mila anime - dove dichiarò guerra agli ambulanti abusivi, emise una ordinanza anti-sbandati e contro la prostituzione.

I temi caldi per le città sono sostanzialmente cinque: la lotta all’accattonaggio, il giro di vite sull’alcol, il decoro dei centri storici, la vendita abusiva e la prostituzione. Tutti, con diverse sfumature, hanno varato ordinanze mirate: Le ultime sono quelle ultrarestrittive di Bitonci a Padova che vieta la vendita e il consumo di bevande alcoliche (anche di modesta gradazione come la birra) ai minori di 18 anni anche se accompagnati, l’assunzione di alcol al di fuori dei locali, il divieto di picnic selvaggio. A Padova Bitonci ha modificato e allargato divieti che già il suo predecessore di centrosinistra, il "reggente" Ivo Rossi aveva messo in campo: il proibizionismo alcolico nella città del Santo iniziò proprio con Rossi che vietò la vendita di alcol per asporto in alcune aree calde della città.

Analoghi provvedimenti furono messi in atto dall’allora neo sindaco di Verona Flavio Tosi che con un pacchetto di ordinanze sul decoro, vietò di mangiare panini o altro in prossimità di monumenti, niente alcol in pubblico, guerra ai bagarini, piaga della Fiera e dell’Arena, lotta alle lucciole con multe esemplari. Venezia lotta da sempre contro il degrado e i venditori ambulanti abusivi: niente panchine nei luoghi caldi della terraferma, tolte ancora dall’ex assessore Bettin (centrosinistra) soprattutto per contrastare gli assembramenti dei "barbanera". Le ordinanze anti-degrado a Venezia abbracciano comunque ambiti ben più ampi, come il divieto di mangiare per strade, camminare per le calli in abbigliamento poco consono (divieto introdotto anche da Bitonci a Padova), stendere i panni da una calle all’altra.

Pure un piccolo Comune del Vicentino come Arzignano, culla della concia, passò un paio di anni fa agli onori della cronaca per aver emanato una ordinanza ancora in vigore contro la "droga-molesta" e una "regola-moschee".

E che i divieti non conoscano appartenenze politica lo dimostra il "caso-Treviso". La giunta di sinistra guidata da Manildo ha ripristinato le panchine riconsegnando a chiunque lo desideri la sosta nei parchi. Sosta che però dovrà essere "analcolica" visto che su tutto il territorio cittadino è vietato bere alcol (anche birra), pena 50 euro di multa.

Ordinanze che sicuramente fungono da deterrente, ma che non consentono ai Comuni di fare cassa, come invece avviene per le multe legate alle infrazioni stradali (dove l’evasione si aggira sul 30 per cento). É il caso di Padova. Dal gennaio 2013 a oggi in città sono stati fermati, identificati, fotosegnalati e sanzionati 2.056 mendicanti, 821 lo scorso anno e 1.235 nel 2014.

Tra loro, nel 2013, 809 mendicanti e 12 lavavetri; mentre da gennaio di quest'anno ad oggi 1.194 mendicanti e 41 lavavetri. Negli ultimi due mesi, con l'insediamento della nuova amministrazione come sottolinea l'assessore alla Sicurezza Maurizio Saia, c'è stato un incremento dei fermi del 50 per cento e dell'80 per cento per quanto riguarda i foto segnalamenti. Solo due sanzioni però sono state pagate nel 2013 e altre 2 nel 2014.

Non è diversa Verona che nel 2013 ha elevato 1571 violazioni per accattonaggio e degrado, faticando a raccogliere il dovuto. Va meglio per le multe per prostituzione (soprattutto le 152 comminate ai clienti) dove si paga e si tace per evitare che il bollettino arrivi a domicilio.
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