Addizionale Irpef, le condizioni di sindacato e categorie alla Regione Veneto

Martedì 18 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Addizionale Irpef, le condizioni di sindacato e categorie alla Regione Veneto

VENEZIA - La Regione del Veneto ha riconvocato per mercoledì 26 ottobre il tavolo del partenariato e (quasi) tutte le categorie economiche e le parti sociali si aspettano lumi sulla ventilata riapplicazione dell'addizionale Irpef con l'intento di raccogliere 300 milioni di euro da destinare però non si sa ancora bene a chi, se solo al sociale o anche al mondo delle imprese. Ed è proprio sulle finalità di questa tassa che le associazioni di categoria chiederanno spiegazioni al presidente della Regione Luca Zaia e all'assessore al Bilancio Francesco Calzavara, anche se c'è chi crede - come la Coldiretti - che non se ne farà più niente.

Da parte dei sindacati e dei rappresentanti degli imprenditori sono comunque stati messi dei paletti: addizionale sì, ma a patto che. Ad esempio: per i sindacati le risorse devono andare al sociale, per gli artigiani anche o completamente alle imprese.


GLI AGRICOLTORI
Dice Marina Montedoro, direttore Coldiretti Veneto: «È ragionevole che in un momento contingente come quello che stiamo vivendo con la crisi economica in corso si valuti la possibilità di reintrodurre un'addizionale pur nella necessità di tutelare le categorie più deboli e con l'obiettivo di destinare la gran parte delle risorse ad attività sociali. Coldiretti non si tira mai indietro, ma non mi pare che nella prossima riunione ci sia all'ordine del giorno questo punto. Sarà un incontro per discutere della programmazione esattamente come la precedente quando nel corso della discussione il tema Irpef è stato posto dalle organizzazioni sindacali e non dalla Regione. Il tema avrebbe potuto essere portato avanti se tutte le parti al tavolo avessero accolto la proposta dei sindacati, ma mi sembra che così non sia, pertanto immagino che l'idea sia già abbandonata».
Il direttore regionale di Confagricoltura, Massimo Chiarelli, aspetta di capire come intende muoversi la Regione: «Confagricoltura Veneto è stata informata dell'ipotesi al tavolo di partenariato all'inizio di ottobre. Siamo in attesa di maggiori informazioni per esprimerci in merito».


GLI IMPRENDITORI
Poi ci sono i paletti. Dice Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto: «Attendiamo la proposta nei dettagli. Noi stiamo già facendo, col nostro centro studi, una serie di simulazioni ma sin d'ora diciamo che o una parte viene destinate alle imprese o non ci sarà simulazione che tenga. Poi, ribadisco, investire nel sociale è a cascata un beneficio indiretto anche per le imprese. A me fa comodo che un mio dipendente non debba strangolarsi per andare a prendere i figli a scuola perché anche la moglie lavora e gli asili non hanno flessibilità negli orari, per dirne una. Ma una destinazione totale al sociale non la possiamo contemplare».
Matteo Ribon, segretario della Cna Veneto: «Se la Regione decide che questa è la strada, siamo disponibili a ragionare su come investire le risorse del gettito. Ossia: qual è lo scopo? Solo per le persone svantaggiate o ci sono possibilità anche per le imprese?».
È Casartigiani a chiedere che l'intero il gettito vada alle Pmi. «Le fasce più deboli devono essere protette - premette il presidente Franco Storer - ma in questa crisi grave pensiamo non sia così sbagliato introdurre un prelievo direttamente dai redditi da lavoro dipendente, sopra una certa soglia. Se la Regione stima di ottenere da questa misura circa 300 milioni di euro, chiediamo che questo gettito sia destinato a tutela delle imprese più in difficoltà sul fronte dei rincari energetici».
Di tutt'altro avviso Confesercenti: «Dobbiamo avere la garanzia che le risorse recuperate dal gettito fiscale vengano distribuite a sostegno delle fasce più deboli e già a rischio», ha già detto la presidente Cristina Giussani.


I SINDACATI
Esattamente come Cgil, Cisl e Uil: «Disponibilità al confronto, purché l'intervento sull'imposta preveda un meccanismo di progressività e di tutela dei redditi più bassi nella fase di prelievo, e purché il gettito dell'imposta venga interamente destinato ad interventi sociali e di sostegno alle famiglie». «Le risorse devono essere destinate al sociale», aggiunge Enea Passino della Cisal. In parecchi, però, a partire dall'Anci di Mario Conte, preferiscono aspettare i dettagli della manovra. Sempre che l'ipotesi Irpef sia ancora in piedi.
 

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