Oltre 2 miliardi destinati al Veneto, ecco come saranno spesi

Mercoledì 16 Febbraio 2022 di Alda Vanzan
Oltre 2 miliardi destinati al Veneto, ecco come saranno spesi

VENEZIA - Gli acronimi sono ostici: Por Fesr e Fse. Tradotto: una montagna di soldi, più di 2 miliardi di euro che in sette anni arriveranno in Veneto anche se, di fatto, sono fondi eurodiretti. Un esempio: i 15 milioni che la Regione voleva destinare alla depurazione delle acque sono stati cassati da Bruxelles e dirottati sul dissesto idrogeologico. Ecco perché l'opposizione, con il capogruppo del Pd Giacomo Possamai, ha fatto presente che non è bello «fare i notai di scelte prese altrove». Tant'è, alla fine il voto del consiglio regionale del Veneto alla Politica di coesione 2021-2027 è stato praticamente unanime, 40 favorevoli e 8 astensioni, perché comunque si tratta di denari cospicui.
IL MECCANISMOFesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fse (Fondo sociale europeo) non sono contributi a pioggia, si tratta di una compartecipazione, da Bruxelles arrivano soldi solo se ne mettono anche lo Stato e anche la Regione.

Il tasso di cofinanziamento dell'Europa, però, stavolta è sceso dal 50% al 40%. Come sintetizza la tabella, nel precedente settennato 2014-2020 le risorse per il Veneto ammontavano a 1,3 miliardi; ora sono aumentate a 2 miliardi di cui 825 milioni dall'Ue, 866 dallo Stato italiano, 371 dalla Regione. «Il tasso di compartecipazione del Veneto è passato dal 15 al 18%», ha fatto presente il relatore Luciano Sandonà, sottolineando che «la palla adesso torna in mano alla giunta che presenterà all'Europa le linee programmatiche».


GLI INTERVENTI

Quali linee? «Ci sono elementi di continuità - ha detto l'assessore Federico Caner - come l'innovazione, la decarbonizzazione e la riduzione dell'inquinamento. Ma ci sono anche elementi di novità, a partire dalle infrastrutture per la digitalizzazione fino alla valorizzazione dei siti Unesco». Tra i vincoli, il 4% delle risorse va alla biodiversità. «E deve valere il principio Do not significant harm - ha sottolineato Caner - Fesr e Fse dovrebbero cioè sostenere attività che non arrechino un danno significativo all'ambiente». Nel dettaglio: del miliardo di fondi Fse, il 30% andrà all'occupazione (307.642.000), il 14% a istruzione e formazione (147.483.700), il 28% all'inclusione sociale (289.176.268), il 24% all'occupazione giovanile (24.735.000), il 4% per l'assistenza tecnica (41.251.540). Del miliardo di fondi Fesr, spiccano il 53% per la trasformazione economica innovativa (551.000.000) e il 27,43% per la riduzione dell'inquinamento (282.943.412).
Soddisfatto il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «È stata presa una delle decisioni più importanti di questa legislatura». «Le priorità del documento sono condivisibili - ha detto il capogruppo dem, Possamai - manca però un disegno complessivo». «L'augurio - ha detto Enoch Soranzo, FdI - è che questa programmazione generi un effetto moltiplicatore come in passato». Elisa Venturini, capogruppo di FI, ha fatto presente che su altri fondi, quelli del Pnrr, si stanno lamentando i sindaci veneti: «I nostri stanno correndo per rispettare i termini e adesso si viene a sapere che hanno prorogato le scadenze perché al Sud erano in ritardo».


COINVOLGIMENTO

L'aula ha approvato anche un ordine del giorno presentato dai leghisti Luciano Sandonà, Alberto Villanova e Giuseppe Pan per un maggiore coinvolgimento del consiglio nel controllo dei piani Fesr e Fse. «Chiediamo alla giunta di informare regolarmente, con cadenza semestrale, il consiglio - ha spiegato il leghista Marzio Favero - e di prevedere la partecipazione di tre consiglieri, uno di minoranza e due di maggioranza, alle sedute del comitato di sorveglianza». Un tempo richieste del genere arrivavano dall'opposizione, adesso sono i consiglieri leghisti, talmente in maggioranza da essere autosufficienti, a chiedere di essere coinvolti. Limitarsi a premere il bottone al momento del voto, evidentemente, sta stancando.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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