VENEZIA - Gli acronimi sono ostici: Por Fesr e Fse. Tradotto: una montagna di soldi, più di 2 miliardi di euro che in sette anni arriveranno in Veneto anche se, di fatto, sono fondi eurodiretti. Un esempio: i 15 milioni che la Regione voleva destinare alla depurazione delle acque sono stati cassati da Bruxelles e dirottati sul dissesto idrogeologico. Ecco perché l'opposizione, con il capogruppo del Pd Giacomo Possamai, ha fatto presente che non è bello «fare i notai di scelte prese altrove». Tant'è, alla fine il voto del consiglio regionale del Veneto alla Politica di coesione 2021-2027 è stato praticamente unanime, 40 favorevoli e 8 astensioni, perché comunque si tratta di denari cospicui.
IL MECCANISMOFesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fse (Fondo sociale europeo) non sono contributi a pioggia, si tratta di una compartecipazione, da Bruxelles arrivano soldi solo se ne mettono anche lo Stato e anche la Regione.
GLI INTERVENTI
Quali linee? «Ci sono elementi di continuità - ha detto l'assessore Federico Caner - come l'innovazione, la decarbonizzazione e la riduzione dell'inquinamento. Ma ci sono anche elementi di novità, a partire dalle infrastrutture per la digitalizzazione fino alla valorizzazione dei siti Unesco». Tra i vincoli, il 4% delle risorse va alla biodiversità. «E deve valere il principio Do not significant harm - ha sottolineato Caner - Fesr e Fse dovrebbero cioè sostenere attività che non arrechino un danno significativo all'ambiente». Nel dettaglio: del miliardo di fondi Fse, il 30% andrà all'occupazione (307.642.000), il 14% a istruzione e formazione (147.483.700), il 28% all'inclusione sociale (289.176.268), il 24% all'occupazione giovanile (24.735.000), il 4% per l'assistenza tecnica (41.251.540). Del miliardo di fondi Fesr, spiccano il 53% per la trasformazione economica innovativa (551.000.000) e il 27,43% per la riduzione dell'inquinamento (282.943.412).
Soddisfatto il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «È stata presa una delle decisioni più importanti di questa legislatura». «Le priorità del documento sono condivisibili - ha detto il capogruppo dem, Possamai - manca però un disegno complessivo». «L'augurio - ha detto Enoch Soranzo, FdI - è che questa programmazione generi un effetto moltiplicatore come in passato». Elisa Venturini, capogruppo di FI, ha fatto presente che su altri fondi, quelli del Pnrr, si stanno lamentando i sindaci veneti: «I nostri stanno correndo per rispettare i termini e adesso si viene a sapere che hanno prorogato le scadenze perché al Sud erano in ritardo».
COINVOLGIMENTO
L'aula ha approvato anche un ordine del giorno presentato dai leghisti Luciano Sandonà, Alberto Villanova e Giuseppe Pan per un maggiore coinvolgimento del consiglio nel controllo dei piani Fesr e Fse. «Chiediamo alla giunta di informare regolarmente, con cadenza semestrale, il consiglio - ha spiegato il leghista Marzio Favero - e di prevedere la partecipazione di tre consiglieri, uno di minoranza e due di maggioranza, alle sedute del comitato di sorveglianza». Un tempo richieste del genere arrivavano dall'opposizione, adesso sono i consiglieri leghisti, talmente in maggioranza da essere autosufficienti, a chiedere di essere coinvolti. Limitarsi a premere il bottone al momento del voto, evidentemente, sta stancando.