Zoppola la Las Vegas pordeonese: regno dei malati di gioco, 48 milioni l'anno

Sabato 30 Marzo 2019 di Alberto Comisso
Zoppola la Las Vegas pordeonese: regno dei malati di gioco, 48 milioni l'anno
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PORDENONE - Un esercito. Un vero e proprio esercito anche in provincia di Pordenone che continua a crescere anche se, fortunatamente, i primi segnali indicano una leggera regressione. È quello di chi tenta di cambiare la vita giocando d'azzardo e che in realtà si rovina. Basti pensare che in città la giocata procapite annuale è poco sopra gli 800 euro, sale a Sacile dove si spendono circa 900 euro, mentre a Cordenons poco più di 700. Leggero calo a San Vito dove il vizio si assesta sui 600 euro procapite al mese. Ma c'è un Comune che batte tutti i record: Zoppola. Già, perchè a Zoppola, poco più di ottomila residenti, si sfiorano addirittura i 6mila euro pro capite di giocate all'anno (48 milioni il totale nei 12 mesi) mentre al secondo posto si piazza Fiume Veneto con 3 mila e 500. Il motivo è legato non alla frenesia dei residenti, ma al fatto che su quei due Comuni insiste in maggior numero di  strutture, sale bingo e sale slot attrezzate. Nella Destra Tagliamento - sempre secondo lo studio effettuato dall'Azienda 5 - facendo una media, si spenderebbero intorno ai mille euro procapite all'anno.
I MALATII malati di gioco, anche in provincia, sono ormai in continua crescita. Persone spesso affette da un malessere interiore che, tra slot machine, videolottery, bingo, gratta e vinci e scommesse varie, arrivano a dilapidare veri e propri patrimoni: case, risparmi di una vita e beni familiari. Non solo: il gioco arriva a distruggere matrimoni, relazioni personali e persino l'autostima. «Andando ad analizzare i dati spiega Giorgio Simon, direttore generale dell'Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale scopriamo di essere di fronte ad una situazione che oserei dire drammatica. È preoccupante come nella Destra Tagliamento la ludopatia sia diventata una vera e propria bomba sociale che, nonostante l'impegno profuso da più parti e da più attori in campo, rischia di esplodere». O forse è già esplosa dal momento che nel giorco, in media, si tende a spendere più del proprio reddito. Ecco spiegati i timori dell'Azienda sanitaria e degli amministratori comunali che, attraverso i servizi sociali, spesso sono chiamati a tamponare vere e proprie emergenze. 
IN CURAI casi di ludopatia sono in netto aumento. Complice il miraggio di una vincita facile, crescono le persone che finiscono in cura. Se nel 2009 erano 15, in meno di dieci anni il numero si è praticamente decuplicato: una escalation preoccupante dal momento che ad inquietare gli operatori del Dipartimento delle dipendenze dell'Azienda sanitaria sono i casi non ancora segnalati. O meglio: chi non si è ancora reso conto di essere un giocatore patologico e chi, per vergogna, non si è ancora rivolto ad uno specialista. E chissà se mai lo farà. «Esistono su tutto il territorio provinciale annota il direttore Simon più bar e locali con all'interno slot machine di quelli che, a conti fatti, hanno scelto di rinunciare alle così dette macchinette. Quindi anche per gli operatori sanitari diventa difficile se non impossibile tenere monitorata la situazione e, soprattutto, individuare i giocatori patologici. Quelli che avrebbero la necessità di intraprendere un percorso di disintossicazione e che, invece, non si rendono nemmeno conto di essere ammalati». C'è tuttavia un dato abbastanza confortante: il 60 per cento delle persone che decide di curarsi si libera dalla dipendenza del gioco d'azzardo in due anni. 
CHI GIOCAI dati in provincia parlano chiaro: ad incrociare le dita sperando in vincita piuttosto sostanziose sono soprattutto i maschi, anche se in aumento sono le donne. Il paziente tipo? Uomo, tra i 45 e i 50 anni. Le donne hanno più problemi con giochi come il Lotto e il Gratta e Vinci, gli uomini con slot machine e le videolottery. Ma la diffusione del gioco online è andato a toccare anche le fasce più giovani.
Alberto Comisso
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