Numero tenuto in ostaggio da Vodafone: compagnia telefonica condannata a risarcire

Giovedì 13 Agosto 2020
Numero tenuto in ostaggio da Vodafone: compagnia telefonica condannata a risarcire
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PORDENONE Cambiare gestore telefonico può diventare un incubo, soprattutto se il numero è quello utilizzato per motivi di lavoro. Per lo stress patito e l'inadempienza contrattuale, il giudice di pace di Pordenone ha condannato Vodafone Italia Spa - e in parte minore Iliad Italia Spa - a risarcire una utente che per mesi ha dovuto destreggiarsi tra call center e reclami senza ottenere una soluzione. La sentenza del giudice di pace Alessio D'Andrea è di qualche mese fa, ma risale a pochi giorni fa, invece, il sollecito indirizzato dall'avvocato Francesco Furlan a Vodafone. Se entro dieci giorni il gestore di telefonia mobile non pagherà 5.831 euro, lo studio legale procederà con una esecuzione forzata.

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L'INCUBO
Bisogna fare un salto nell'ottobre 2018 per comprendere la vicenda. L'avvocato Esmeralda Di Risio decide di passare da Vodafone a Iliad chiedendo la portabilità del vecchio numero, quindi di mantenere il numero della Vodafone. Il passaggio di gestore dovrebbe avvenire in tempi brevi, ma nulla accade. Seguiranno settimane di richieste di informazioni ai call center, di mail inviate attraverso la posta certificata e di raccomandate: ognuno scarica le responsabilità sull'altro e a dicembre il trasferimento è ancora bloccato. Iliad sostiene di aver avviato la procedura della portabilità del numero per due volte, Vodafone replica per iscritto di non aver mai ricevuto alcuna richiesta. «Telefonando nuovamente al call center - spiega l'avvocato Furlan - mi dicono che il numero non è stato trasferito a Iliad perchè l'utente aveva la Partita Iva (era intestato all'utente in qualità di titolare di studio legale, ndr) e non il Codice fiscale. Una spiegazione illogica, visto che la persona fisica è sempre la stessa e Vodafone aveva il suo numero di Codice fiscale».

IL CONTENZIOSO
Qualsiasi altro utente dopo mesi di inutili reclami avrebbe alzato bandiera bianca, ma Esmeralda Di Risio ne ha fatto una questione di principio.

E così dà il via libera al collega Furlan di avviare una procedura di conciliazione. Percorso che non avrà alcun successo. A quel punto il contenzioso viene portato davanti al giudice D'Andrea, che riconosce l'inadempimento contrattuale e un danno di 2.510 euro (10 euro al giorno per 251 giorni). L'indennizzo per la mancata risposta lo calcola in 600 euro da dividere tra i due gestori di telefonia mobile. Il danno esistenziale, invece, non lo riconosce perchè l'avvocato pordenonese ha comunque mantenuto l'utenza telefonica senza alcuna interruzione del servizio, anche se avrebbe voluto migrare verso Iliad. Vodafone è stata comunque condannata a rimborsarle fatture per 873 euro. C'è poi il capitolo delle spese legali, che spettano in solido a Vodafone e Iliad, quantificate in 1.205 euro. Una volta tirate le somme, il precetto notificato alla Vodafone è di oltre 5.800 euro.

Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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