Virus, aumentano i malati: già pieni tutti i letti negli ospedali

Domenica 10 Gennaio 2021 di Davide Lisetto
In affanno reparti ospedalieri e terapie intensive
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 PORDENONE - La fortissima pressione su Pronto soccorso e reparti ospedalieri prosegue ormai da molte settimane. Da inizio di novembre, con una breve flessione nel periodo che ha preceduto il Natale, la situazione anche negli ospedali del Friuli occidentale è pesantissima. I ricoveri non accennano a calare. Anzi. L’ospedale di Pordenone nelle ultime ore ha raggiunto il record di posti letto occupati che sfiorano i duecento. Tanto che nell’ultima settimana - per cercare di rendere più gestibile la situazione delle sempre più lunghe attese nei Pronto soccorso per quei pazienti che hanno necessità di ricovero - si è ampliata la capienza del reparto Covid dell’ospedale di Spilimbergo. Ora si è arrivati a trenta posti letto, ma sono posti a media-bassa intensità di cura. E si sta facendo sempre più difficile la gestione da parte di tre medici soltanto con il personale infermieristico ridotto all’osso. Non che nei reparti Covid della Medicina e della Pneumologia di Pordenone (completamente pieni ormai da quasi tre mesi) la situazione sia meno drammatica. Le necessità di ingresso di pazienti in condizioni critiche superano i casi di dimissioni. Per questo i posti letto sono sempre insufficienti rispetto alla fortissima pressione che sale.
INTENSIVE SATURE
A livello regionale sono ormai sature anche le Terapie intensive. Al Cattinara di Trieste ci sono trenta posti letto di intensiva con i relativi macchinari, ma non c’è il personale per renderli operativi. La direzione regionale della Sanità, con il vicepresidente Riccardo Riccardi, starebbe lavorando a un nuovo piano di emergenza volto a predisporre una settantina di nuovi posti in tutti gli ospedali regionali anche attraverso riduzioni di ulteriori attività non urgenti al fine proprio di recuperare personale. Allo studio anche la sospensione di interventi chirurgici procrastinabili in quanto non di emergenza al fine di aggiungere altri posti letto alle aree Covid. Insomma, una battaglia che sembra senza fine per chi opera quotidianamente sul “fronte” del Covid. Inoltre, proprio perché il virus corre veloce i reparti sono sempre più in affanno anche la gestione si fa più complicata. A Pordenone si è dovuta isolare l’area delle Chirurgie a causa della positività di alcuni infermieri e medici. Il reparto è stato messo in una sorta di “quarantena” proprio per tutelare i pazienti: ricoveri bloccati e verifiche ancora più frequenti con screening di tamponi sul personale. Intanto per un paio di settimane la Chirurgia si è trasferita nel reparto delle Degenze brevi che è un po’ più piccolo (32 posti letto, rispetto ai 37 delle Chirurgie) da dove prosegue la sua attività. Anche nella Medicina di San Vito al Tagliamento, in seguito alla “positivizzazione” di alcuni pazienti che erano entrati in reparto con tampone negativo (non esclusa la possibilità che stessero incubando la malattia), si è dovuto procedere alla creazione di un’area di isolamento dove i pazienti positivi sono stati spostati in attesa di essere trasferiti a Pordenone o a Spilimbergo mano a mano che si liberano posti. Non è infatti intenzione della direzione sanitaria creare un’area Covid a San Vito dove la Medicina ormai da un paio di mesi si è ampliata a quasi 80 posti (con pesanti difficoltà per il personale sotto organico) e sta dando risposte all’intero territorio dell’Asfo.
L’APPELLO
Intanto, con uno sforzo enorme degli operatori, anche ieri e oggi nel padiglione H dell’ospedale pordenonese prosegue la campagna di vaccinazione del personale sanitario.

Tra medici e infermieri, inoltre, è alta la preoccupazione per il ritorno alla zona gialla: si teme che regole meno rigide possano avere ricadute negative ulteriori sugli ospedali nelle prossime settimane.

Ultimo aggiornamento: 14:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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