Molestie sessuali in ufficio, aumentano i casi di mobbing

Domenica 20 Ottobre 2019
Molestie sessuali in ufficio, aumentano i casi di mobbing
PORDENONE «Se vuoi fare carriera, devi venire a letto a con me. Qui comando io: o accetti o ti renderò la vita impossibile». Erica (il nome è di fantasia per tutelare la vittima), 35 anni, ha trovato il coraggio, dopo aver subito dal datore continue molestie sessuali sul posto di lavoro, di rivolgersi al punto di ascolto antimobbing della Cisl di Pordenone. «Quando è arrivata al nostro centro ha spiegato l'avvocato Teresa Dennetta era spaventata. Aveva paura di raccontare quanto le stava succedendo da mesi e, soprattutto, delle ripercussioni che avrebbe potuto subire. Le attenzioni nei suoi confronti del datore di lavoro erano diventata all'ordine del giorno: un'ossessione. I messaggi erano chiari ed espliciti: se la donna non si fosse concessa a lui, non avrebbe ricevuto il passaggio di livello. E, anzi, sarebbe stata demansionata». 
I CASII casi di mobbing, nella Destra Tagliamento, sono in continuo aumento. Vessazioni, molestie (sessuali e morali) e casi di emarginazione sul posto di lavoro. Situazioni che ormai, sempre più, sono all'ordine del giorno. E che, rispetto agli anni passati lo sportello è stato aperto nel 2007 - , sono in aumento. Nel 2018 i casi presi in carico a professionisti l'equipe è formata da avvocati, psicologi e medici del lavoro sono stati 104. «L'impressione sottolinea l'avvocato Dennetta è che il 2019 si chiuderà con una crescita esponenziale. Ci sono situazioni di fronte alle quali rimaniamo sbalorditi. Casi limite che, purtroppo, fanno registrare una preoccupante inversione di tendenza. E che dimostrano quanti lavoratori vivano costantemente in una situazione di malessere dovuta al loro impiego. Ci sono parecchie persone che lavorano in situazioni di disagio e che, per paura di ripercussioni, non si confidano con nessuno. Il nostro punto è nato con un unico obiettivo: dare loro la possibilità di parlare e di raccontare senza esporsi. Il nostro team può dare gli strumenti necessari affinché queste persone possano tornare a riacquisire la serenità persa».
L'IDENTIKITL'identikit del lavoratore che si rivolge allo sportello? «Direi va al punto Dennetta che stiamo parlando prevalentemente di donne mature, con già un'esperienza lavorativa alle spalle, che hanno ricevuto molestie sessuali e/o morali dopo la nascita di un figlio. Siamo di fronte, tra l'altro, anche a casi riconducibili a situazioni legate alla crisi di un'azienda e che pertanto il fine ultimo è quello di mettere nella condizione il lavoratore di allontanarsi volontariamente. La componente femminile è sicuramente quella che paga le conseguenze peggiori ma non mancano richieste di aiuto che arrivano anche dagli uomini». Non è facile, tuttavia, dimostrare casi di mobbing: «Ma vessazioni e molestie ricorda l'avvocato si contano, come dimostrano i dati, a centinaia». Anche nel settore pubblico, almeno negli ultimi anni, continuano a verificarsi casi di mobbing. «Sono rimasta impressionata racconta Dennetta dalla storia di una donna, di mezza età, quadro in un ente pubblico. Dopo aver subito un intervento chirurgico di asportazione di un tumore, al suo ritorno al lavoro è stata emarginata non solo dai colleghi ma soprattutto dal dirigente. Costretta, lei che di esperienza ne aveva da vendere, a non fare praticamente nulla. Come dire: risultava inutile. Nel giro di qualche mese, si è trovata ad essere svuotata di tutte le competenze. Una storia emblematica dalla quale, grazie al nostro centro, è riuscita ad uscire brillantemente. Infatti è tornata a svolgere l'attività di prima: è come se fosse tornata a vivere».
Ultimo aggiornamento: 15:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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