I macellai di Valvasone e quel no allo stop delle tasse. «Bisogna pagarle»

Sabato 7 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
I macellai di Valvasone e quel no allo stop delle tasse. «Bisogna pagarle»

VALVASONE - Non bastavano le polemiche che erano divampate nei giorni scorsi. Evidentemente no, perchè la chiusura per mancanza di personale del piccolo spaccio latteario della Cospalat e soprattutto quel cartello sulla vetrata, non si trovano commessi perchè i candidati hanno poca voglia di lavorare hanno rimesso in moto la bufera. E così Valvasone, piccolo borgo medioevale a un tiro di schioppo da Pordenone, torna alla ribalta della cronaca nazionale.

A rilanciarlo un editoriale sulla prima pagina di Libero, scritto dal direttore Alessandro Sallusti, già vicedirettore al Gazzettino. Sallusti ha graffiato, come sempre e così Valvasone è diventato Capitale d'Italia. Ma in questo caso non certo in senso positivo, bensì perchè impersonifica tutti i vizi del Bel Paese. Anzi - spiega Sallusti - non è un bel Paese quello in cui un negozio chiude perché non trova giovani che siano motivati a lavorare. E poi giù con una lunga filippica sui costumi cambiati e sui giovani che se non hanno voglia di fare quel lavoro, non ne faranno neppure altri.


L'ORGOGLIO
Ma a risollevare l'orgoglio di Valvasone e dei valvasonesi, giovani e anziani è stato il sindaco. Markus Maurmair ha preso carta e penna e ha risposto a quel fondo sul giornale. In più ha piazzato un post su Facebook che sta andando alla grande. «Siamo onorati di essere capitale d'Italia non solo però nel male ma, mi permetta, anche nel bene. Infatti, il piccolo borgo che mi onoro di rappresentare, può essere icona pure di un altro Paese quello di chi la vita l'affronta in modo positivo, guardando con speranza al domani».


L'ALTRA STORIA
«Infatti - è andato avanti il primo cittadino - a qualche centinaio di metri dallo spaccio che oggi è ancora chiuso perché soffre la mancanza di personale che abbia un minimo di voglia di lavorare, anche se la vera verità di questa situazione è ben altra, esiste e funziona un'attività imprenditoriale di cui vorrei raccontarle alcuni aspetti. Si tratta di una macelleria che pochi mesi fa ha festeggiato i 10 anni dall'inaugurazione. I due titolari sono giovani padri di famiglia provati al tempo dal fallimento della propria azienda e quindi dipendenti senza lavoro. I due, dal tipico carattere friulano, hanno deciso di acquisire il negozio dove prestavano il proprio servizio mettendosi in proprio. Una macelleria è oggi bottega di frontiera, difficile da portare avanti in città immaginarsi in un paese di neanche 4.000 abitanti. Eppure questi giovani imprenditori nell'arco di un decennio hanno acquisito un nuovo immobile, testimonianza del lavoro che fu, una latteria sociale chiusa, e l'hanno adattata a sede del proprio impegno quotidiano».


I RINFORZI
«A loro due - racconta il sindaco - si sono aggiunte nel tempo altre cinque persone di ogni estrazione: giovani e ultracinquantenni, italiani e stranieri. Oggi la squadra è composta da sette affiatati professionisti e i due macellai staccano regolarmente l'assegno mensile a cinque amici più che collaboratori. Ma non è finita qui. L'emergenza Covid nel 2020 li ha colpiti duramente quando a dicembre, il mese più importante dell'anno dal punto di vista delle vendite per una macelleria, hanno dovuto chiudere per tre settimane. Ho chiamato uno dei due titolari proponendo un aiuto con la sospensione del pagamento dei tributi comunali ma ho ricevuto in risposta una lezione di vita: le tasse vanno pagate perché sono soldi di tutti e qualche fondo in parte lo abbiamo messo proprio per i momenti di difficoltà. Infine in questi mesi terribili per il devastante impatto dell'aumento dei costi dell'energia, hanno deciso di rinunciare al proprio prelievo da titolari per garantire continuità al rapporto con i dipendenti che li hanno sempre contraccambiati con presenza, sorrisi e tanta buona volontà e magari anche qualche ora regalata. Se dovesse passare in Friuli, entri in quella bottega e proverà di persona. Ecco che Valvasone è capitale d'Italia a tutto tondo sia nel male che nel bene. Un bene che di certo fa meno notizia - conclude il sindaco - ma sarebbe importante raccontare ancor di più per iniziare l'anno con rinnovata fiducia la stessa che i nostri padri hanno sempre riposto nel loro futuro e che noi dovremmo imparare a insegnare ai nostri figli».

 

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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