PORDENONE - Una banca del Dna serve anche a questo, a dare un'identità alla storia.
Sessant'anni dopo il disastro del Vajont, che travolse duemila persone, il nuovo prefetto di Pordenone Natalino Domenico Manno insieme al sindaco di Vajont e alla dottoressa anatomopatologa Cristina Cattaneo, si uniscono per un progetto che intende dare un nome alle vittime della tragedia, che non sono mai state identificate. Un'inziativa che prevede l'analisi del dna delle quasi 800 vittime senza nome, sepolte tra il cimitero monumentale di Fortogna e quello di Erto, comparandolo a quello dei sopravvissuti registrati nella banca dati. Il progetto, che sarà posto all'attenzione delle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulià, verrà illustrato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso a Longarone per le cerimonie d'anniversario il prossimo 9 ottobre.
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