Vaccini, la protesta della montagna. L'Asfo ai sindaci: nessuno è stato dimenticato

Martedì 25 Maggio 2021 di Davide Lisetto
Vaccinazioni: la campagna incontra anche ostacoli logistici, a lamentarsene sono soprattutto i sindaci della montagna

PORDENONE - Non è caduto nel vuoto l’appello dei sindaci delle aree montane rispetto alle difficoltà incontrate dai residenti per la mancanza di un polo vaccinale nelle valli. Il vertice dell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale sottolinea come, già nei mesi scorsi, si sia provveduto a vaccinare gli anziani over ottanta e come in questi giorni si sia anche provveduto a potenziare l’hub di Maniago (nell’area “Ai Favri”) anche in funzione di un’affluenza dei residenti della montagna. Ma la direzione dell’Asfo annuncia anche che - se vi sarà la necessità - si valuterà anche, in collaborazione con i medici di base, di utilizzare la scuola di Claut che è stata messa a disposizione dall’amministrazione comunale.
 

LA COPERTURA
L’Asfo precisa che nessuno è stato dimenticato. «In una prima fase nei mesi scorsi - spiega il direttore sanitario Michele Chittaro che ricopre anche il ruolo di responsabile del piano vaccinale regionale - abbiamo provveduto, anche nei piccoli centri montani, a mettere in sicurezza le persone con oltre 80 anni. Più recentemente - aggiunge - sono diventati operativi su tutto il territorio del Friuli occidentale e quindi anche in montagna, i medici di medicina generale che somministrano le dosi nei loro ambulatori agli over 60 privi di patologie. Inoltre, è stato potenziato l’hub vaccinale di Maniago proprio in vista di un utilizzo di quel polo anche da parte dei residenti della montagna. A questo si aggiunga poi - fa presente il direttore sanitario - che si sono quasi completate le vaccinazioni a domicilio delle persone più anziane e in difficoltà che lo avevano chiesto. Sia quelle seguite dall’Adi, cioè dall’Assistenza domiciliare integrata, che altre persone con difficoltà a spostarsi nei centri vaccinali del territorio che lo avevano chiesto». Su questo fronte dal vertice dell’Asfo arriva la notizia che quasi tutte le duemila persone che avevano chiesto di essere vaccinate a domicilio hanno ottenuto le dosi. Detto questo dall’Asfo arriva anche la disponibilità a valutare la possibilità di organizzare alcune giornate nell’edificio che il Comune di Claut aveva indicato. «Se tutta l’organizzazione messa in campo non sarà sufficiente - promette Chittaro - valuteremo anche la possibilità di coinvolgere i medici di medicina generale dei territori montani per fare qualche giornata ad hoc. Così come si era fatto a suo tempo per gli over 80. Nessuno sarà lasciato indietro. Può essere accaduto - ammette il direttore - che prima che fosse potenziato il centro di Maniago qualche persone over 60 con patologie sia dovuta andare a fare il vaccino in Fiera a Pordenone. Ma non è stata la norma». Dai sindaci la richiesta viene rilanciata. «Diversi residenti - sottolinea il sindaco di Claut, Gionata Sturam - venivano in Comune a manifestare il loro disagio per dover raggiungere i poli vaccinali della pianura. Avevamo anche pensato di organizzare dei mini-bus, ma è stato impossibile in quanto ciascuno aveva un orario diverso anche con appuntamenti molto distanziati nel tempo».
 

I SINDACI
«Auspichiamo - aggiunge il primo cittadino di Claut - che la cosa possa essere risolta.

Certo è che siamo un po’ stufi di dover alzare la voce ogni volta che in montagna c’è un problema. Tutti sono bravi a parlare di tutela della montagna, salvo poi a non fare le cose quando ci sono i problemi. E questo non riguarda solo i vaccini. Abbiamo il problema della guardia medica di riferimento a Maniago che deve raggiungere i nostri centri e non sempre questo avviene. Poi c’è il problema delle Poste, che qui non hanno ancora riaperto con orario normale dopo l’emergenza Covid con l’ufficio ancora a giorni alterni. Possibile - è lo sfogo del sindaco - che quando bisogna ridurre o tagliare lo si fa sempre nei luoghi di fragili?».

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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