Vaccini, spiraglio per immunizzare a febbraio gli over 80. Ecco il piano della Regione

Giovedì 28 Gennaio 2021 di Marco Agrusti
Vaccini agli anziani

PORDENONE E UDINE - Si apre un piccolo spiraglio nella travagliata campagna vaccinale del Friuli Venezia Giulia. A febbraio (presumibilmente verso la fine del mese) ci sarebbe la possibilità di iniziare a immunizzare anche i primi anziani con più di 80 anni che non risiedono nelle Rsa o nelle case di riposo. L’idea è filtrata nelle ultime riunioni di vertice della task force regionale. Si potrebbe quindi anticipare un’operazione fondamentale: quella che permetterebbe di proteggere la fascia più a rischio rispetto agli effetti letali del Covid.
LE TAPPE
Oggi in Friuli Venezia Giulia arrivano 16.500 dosi del vaccino Pfizer. Poi si può contare anche su 1.300 fiale della casa farmaceutica Moderna. Ma non è su queste forniture che si può contare per iniziare la campagna sugli over 80. La consegna di oggi, come quella della prossima settimana, servirà a garantire prime dosi e richiami per operatori sanitari. La svolta è in calendario dall’8 febbraio, quando in Fvg inizierà il primo carico che porterà il totale dei vaccini del mese a quota 48mila dosi. La maggior parte delle fiale sarà riservata ancora agli operatori sanitari e agli ospiti delle strutture protette (a febbraio soprattutto per le seconde dosi), ma resterà qualcosa anche per avviare la campagna sul territorio. All’inizio non saranno numeri eccezionali, ma l’ipotesi di poter iniziare l’immunizzazione degli over 80 in anticipo è già in campo. E tutto questo senza attendere il vaccino di AstraZeneca, che peraltro potrebbe essere licenziato solamente per le persone con meno di 55 anni. L’anticipo avverrebbe con Moderna e Pfizer.
LE DIFFICOLTÀ
Al momento c’è però un “buco”. Non si sa come ci si potrà prenotare per la vaccinazione fuori dagli ospedali e le Rsa. Dovrebbero essere coinvolti i medici di base, ma le difficoltà sono legate alla conservazione del siero, quindi probabilmente l’iniezione avverrà ancora in ospedale. Fedriga ha chiesto di introdurre un correttivo nei meccanismi di distribuzione, in modo che sia coerente rispetto alla diversa distribuzione per fascia di età della popolazione residente nelle regioni.
LA PROPOSTA
Il Coordinamento regionale degli Opi (Ordini delle professioni infermieristiche) ha inviato la proposta alle istituzioni di istituire una deroga, come Regione autonoma, all’esclusività del rapporto di lavoro pubblico infermieristico, dal 10 febbraio al 1 settembre, affinché questa categoria professionale possa offrire le proprie competenze fuori dall’orario di servizio in modo libero e volontario. «La carenza di infermieri coinvolge tutto il sistema socio-sanitario regionale e limita la disponibilità di operatori dedicati alla vaccinazione, obiettivo che resta prioritario per tutti i cittadini.

Il definitivo inquadramento del rapporto di lavoro se esclusivo o meno, chiaramente deve essere affrontato a livello nazionale e la nostra Federazione sta lavorando in tal senso. La regia resta in capo alle singole Aziende che valuteranno le disponibilità infermieristiche offerte con le domande ricevute. La gravità della pandemia e il bisogno diffuso di uscire da questa situazione ci portano a riflettere sulle forze in campo».

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