A inizio dicembre sembravano essere arrivati gli ultimi giorni per il turismo regionale. Le frasi, rilanciate di media in media, suonavano più o meno così: «Potremo garantire l’ospitalità ai turisti fino alle vacanze di Natale. Poi diversi alberghi saranno costretti a chiudere i battenti». La causa? Le super bollette dell’energia elettrica e del gas.
IL VIAGGIO
La Regione, intesa come Ente, è l’unica del Nord Italia ad aver tenuto ancorati ai livelli dell’anno scorso i prezzi degli impianti di risalita per sciare. Scelta apprezzata, nonché premiata. Bene per i turisti mordi e fuggi, perché per tutti gli altri è arrivata una sonora stangata. A confermarlo, pur difendendo l’operato degli associati, è la presidente di Federalberghi Paola Schneider.
«Siamo stritolati in particolare da una nuova categoria di aumenti - ha spiegato la responsabile del comparto -: si tratta dei prodotti agroalimentari. Siamo costretti a pagarli il 20-25 per cento in più. Dall’acqua in poi è cresciuto tutto. Per questo praticamente tutti gli albergatori sono stati obbligati a fare una scelta: alzare il prezzo delle camere». Attenzione, perché non si sta parlando in questo caso dei quattro o cinque stelle. Il lusso non c’entra, è la base ad essere diventata più costosa. E non più alla portata di diverse famiglie, dal momento che proprio i cittadini sono i primi soggetti colpiti dall’inflazione generica. Il risultato? «Una stanza in una località turistica del Friuli Venezia Giulia - conferma sempre Paola Schneider - parte oggi dai 100 ai 160 euro per una notte. E non negli alberghi più costosi». Prima di questo giro di aumenti, invece, il prezzo base in una delle località invernali più note della nostra regione partiva da 85-90 euro. «Abbiamo cercato semplicemente cercato di calmierare quanto accadeva a monte - si giustifica la presidente di Federalberghi -, praticando aumenti che vanno dall’otto al dieci percento».
L’ALLARME
Vacanze più costose, camere sopra i 100 euro per una struttura di base. Il tutto senza che ad essere cresciuti siano stati allo stesso tempo i servizi offerti al cliente.
Ma non è finita qui, perché sempre secondo la responsabile del comparto alberghiero «in primavera saremo costretti a praticare una nuova serie di aumenti». Rincari che si riverbereranno sulla prossima stagione estiva nelle località balneari.
«Il nostro allarme che avevamo lanciato all’inizio della stagione invernale - conclude Paola Schneider - non era ingiustificato. Le bollette sono davvero aumentate, in alcuni casi anche triplicate. Come abbiamo fatto a non chiudere? I bonus, è vero, ci hanno dato una mano. È altrettanto vero, però, che tutti gli albergatori hanno preferito stringere la cinghia e i denti per sopravvivere. Alcuni hanno intaccato i risparmi per non chiudere. Fortunatamente i turisti ci sono e le stanze ora sono piene. Stanno tornando anche i visitatori dall’Europa dell’Est». Tutti, italiani e non, disposti a pagare il surplus per la stessa camera dell’anno prima.