Unabomber, indagati e caccia al colpevole. Tutto quello che sappiamo

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Cristina Antonutti
Unabomber, indagati e caccia al colpevole. Tutto quello che sappiamo

C'è il saldatore provetto. I periti chimici diplomati al Kennedy di Pordenone. L'operaio comunale e l'agricoltore. Tutti stupiti, alcuni infastiditi per essere stati chiamati a partecipare all'incidente probatorio ottenuto dalla Procura di Trieste per le nuove indagini scientifiche su dieci reperti recuperati dopo gli attentati di Unabomber.

Tutti erano convinti che il decreto di archiviazione, seguito a perquisizioni che risalgono a vent'anni fa, fosse una pietra tombale che metteva fine a sospetti e angosce.

L'unico nuovo nome della lista, infatti, è quello di Luigi Pilloni, 61 anni, cagliaritano che vive a Gaiarine. Seguono quelli dell'ingegnere di Azzano Decimo, Elvo Zornitta, e del fratello Galliano che abita a Belluno. C'è poi Fausto Giovanni Muccin, 65 anni, di Casarsa, pensionato finito tra i sospettati come tanti altri periti chimici o elettrotecnici diplomatisi agli istituti Kennedy di Pordenone o Malignani di Udine. «Sono già stato perquisito all'epoca - afferma -. È giusto che cerchino l'attentatore, ma non capisco perché mi abbiano inserito nella lista. Io ho sempre lavorato nella galvanica, a parte tre mesi alla Dinamite di Mereto di Tomba. Quando ho fatto la visita di leva, per via del mio diploma, mi avevano destinato al gruppo Nbc, ma nel 76 c'è stato il terremoto e non ho neanche fatto il militare». Il suo terrore? «Dopo quello che è successo a Zornitta temo l'inquinamento delle prove».


IL DNA
Sotto choc Luigi Favretto, 74 anni, pensionato di Tarcento che credeva di aver chiuso con Unabomber già tanti anni fa. Infastiditi, ma per nulla preoccupati, i gemelli Lorenzo e Luigi Benedetti, 52enni, di Sacile. Uno fa l'agricoltore, l'altro l'artigiano metalmeccanico. Erano stati perquisiti nel 2000 per qualche petardo di troppo. Una segnalazione era stata presa in considerazione dal pool anti Unabomber, che faceva verifiche su ogni indicazione che non fosse anonima. I fratelli Claudio e Dario Bulocchi, 70 e 60 anni, sono di Fontanafredda: il primo ha una ditta di traslochi, l'altro è operaio comunale. Perquisiti nel 2000, subito usciti dalle indagini, dovranno mettersi a disposizione per l'acquisizione del profilo genetico. Angelo La Sala è un 74enne di Sequals. Spiega un parente: «Non ha alcun titolo, se non la scuola professionale. È un bravo saldatore, ma non capisce nulla di elettronica e di esplosivi, figurarsi la nitroglicerina. Non ha fatto neanche il militare». Cristiano Martelli, 59 anni, è invece un perito chimico di Azzano Decimo.


DUBBI SUI REPERTI
Le difese scaldano i motori. Il pordenonese Paolo Dell'Agnolo e la collega triestina Alessandra Devetag sono sconcertati. «Chissà quante mani hanno toccato quei reperti, comprese quelle dei giornalisti. Il rischio di contaminazione è altissimo», osserva Dell'Agnolo, che l'incubo del lamierino l'ha vissuto in prima persona accanto a Zornitta. Sono questioni che Devetag, nominata d'ufficio, ha già posto al gip: «Mi ha risposto che saranno i periti a valutare. Ritengo che non ci sia stata la cautela che era necessaria». Il 13 marzo il confronto con il gip Luigi Dainotti e la nomina di periti e consulenti. Il comandante del Ris Giampietro Lago e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli analizzeranno dieci reperti. Sono la bomboletta di stelle filanti inesplosa il 6 marzo 2000 al Carnevale di San Vito al Tagliamento; l'uovo inesploso al supermercato di Portogruaro il 31 ottobre 2000; il tubo bomba che il 1. novembre 2000 ferì una donna in un vigneto di San Stino; il nastro isolante della confezione di pomodoro esplosa il 6 novembre 2000; il nastro isolante del tubetto di maionese inesploso a Roveredo in Piano il 17 novembre 2000; i rilievi dattiloscopici sulla bomba scoppiata nel bagno del Tribunale di Pordenone il 24 marzo 2003; l'inginocchiatoio con la bomba trovata il 2 aprile 2004 a Portogruaro; la scatoletta di sgombro inviata l'11 marzo 2005 dalle suore di Concordia Sagittaria in Romania; il congegno trovato sotto la sella di una bicicletta il 9 luglio 2005 a Portogruaro; infine, la bottiglia di Coca Cola trovata a Zoppola il 28 ottobre 2007, quando fu fatto il Dna a diversi cacciatori della riserva alle porte di Pordenone.

Ultimo aggiornamento: 15:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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