Truffe sui risparmi, spariti 2,6 milioni. Il procuratore Tito: "Non fidatevi degli operatori telefonici"

Mercoledì 4 Novembre 2020 di C.A.
In fumo 2,6 milioni di euro
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PORDENONE - Lo definisce un «fiume in piena di soldi» che si riversa in conti correnti di società estere aperti e chiusi nel giro di poco tempo, così che il denaro rimbalza dalla Germania alla Polonia, Romania, Svizzera, Cipro e Lituania. O ancora dalla Danimarca alla Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria. E poi Israele, il filone più importante, dove ogni traccia si perde. Le nuove frontiere delle truffe finanziarie preoccupano il procuratore Raffaele Tito. Il suo timore, nel caso si arrivi a una nuova quarantena, è che i risparmiatori intensifichino la navigazione su internet imbattendosi nei truffatori. In questo momento la Procura di Pordenone indaga su una quindicina di raggiri per 2.684.329 euro. In seguito alle querele ha emesso 24 ordini d’indagine europei o rogatorie in 11 Paesi europei. L’indagine più importante la segue la Guardia di finanza di Venezia, che sta tentato di recuperare i 97mila euro persi da una investitrice del Portogruarese. C’è poi l’imprenditore pordenonese che non riesce a recuperare oltre 300mila euro.
L’IMPRENDITORE
Il caso dell’imprenditore è stato segnalato alla Procura dall’avvocato Bruno Malattia. L’uomo è stato attratto da un’inserzione su internet che invitava a investire su Amazon. Ha telefonato e si è sentito rispondere: «Abbiamo altre possibilità...». Amazon era uno specchietto per allodole, lui si è lasciato convincere a fare un investimento che ha fruttato 10mila euro. Ha versato altri soldi, ma il bonifico con l’astronomico guadagno, che sarebbe dovuto arrivare dalla Romania, lo sta ancora aspettando. I falsi operatori finanziari parlavano italiano con un accento dell’Est e adesso sono irrintracciabili.
LE INDAGINI
«La speranza di recuperare il denaro - avverte Tito - è pari a zero. Abbiamo assunto ogni iniziativa possibile al fine di scoprire gli autori delle truffe e la destinazione finale dei proventi conseguiti illecitamente, ma l’attività è ostacolata da due cose: dall’uso di utenze telefoniche internazionali di tipo “voip” collegate a società estere che esistono solo sulla carta e sono rappresentate da prestanome, inoltre, dall’uso di società e conti correnti esteri che spostano le somme accreditate dalle vittime verso conti correnti di altre società estere, schema che si ripete innumerevoli volte». Il denaro fluisce sempre verso Est. Si è scoperto che a un conto corrente di Bucarest, ad esempio, sono legate 23 società. Sono stati scoperti 132 bonifici per 2 milioni su un conto in Romania e la lista di nomi italiani è lunghissima. I soldi versati su un conto a Düsseldorf, pari a 1,2 milioni, sono invece legati a un lettone che è stato identificato, ma è irrintracciabile e non può essere interrogato.
L’APPELLO
«Invito a diffidare dalle proposte fatte da sconosciuti al telefono o sulla piattaforme internet - afferma il procuratore - È necessario avere una cultura finanziaria e avere rispetto dei propri risparmi.

I soldi è difficile recuperarli, ma il fenomeno si può fermare denunciando le truffe e consultando il sito della Consob per verificare che gli operatori finanziari non siano stati inseriti nella lista nera».

Ultimo aggiornamento: 14:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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