Organici ridotti, tribunale in crisi, il presidente Tenaglia: «Costretto a tagliare le udienze»

Accorpato il Portogruarese senza aumenti del persopnale: "Noi sempre penalizzati. Situazione grave, tra un anno gravissima". E il procuratore Tito scrive al ministro. Stanno assai meglio Udine e soprattutto Trieste

Sabato 28 Maggio 2022 di Cristina Antonutti
Giustizia in crisi a Pordenone

PORDENONE - A Pordenone la giustizia rischia il collasso. Manca personale amministrativo, la situazione è risaputa, sta peggiorando pensionamento dopo pensionamento, ma mai prima d'ora il grido d'allarme del presidente Lanfranco Maria Tenaglia è stato così acuto. «Se qualcosa non cambia - spiega dopo l'incontro con il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ieri in visita a Pordenone - e se non ci saranno applicazioni di personale da parte di altri Distretti, sarò costretto a fissare meno udienze.

Mi dispiace, ma dovrò fare una scelta». A Pordenone i processi lumaca di fatto non esistono, ma Tenaglia è consapevole che non si possono chiedere ulteriori sacrifici al personale. «I processi dureranno di più - afferma - Mi dispiace per gli utenti, ma non ci sono sufficienti assistenti giudiziari».

IN FONDO ALLA CLASSIFICA
«La situazione - fa sapere il presidente - è grave e fra un anno e mezzo sarà gravissima». La pianta organica del Tribunale prevede 70 amministrativi: ne mancano 21. Dei tre direttori presenti, tra un anno ne resterà uno. I 16 funzionari si sono ridotti a 5, ma tra qualche mese saranno in due. I cancellieri perderanno tre unità, mentre gli assistenti giudiziari, abilitati a verbalizzare in udienza, stanno per scendere a 16, quando dovrebbero essere 21 (attualmente in servizio 18). «I funzionari - aggiunge Tenaglia - stanno per arrivare al 90 per cento della scopertura se non arriveranno rinforzi». Nel prospetto nazionale relativo alla carenza degli addetti assunti con il Pnrr, Pordenone è al secondo posto dopo Biella, con un vuoto del 75 per cento. Alla voce funzionari segna - 68,8 per cento al momento, mentre per gli amministrativi registra -31,4 per cento.

Numeri a confronto

LA PROCURA
Il problema è condiviso con la Procura, diventata una Cenerentola in regione. Dopo l'aggregazione del Portogruarese, che ha portato il bacino di utenza a 415mila abitanti senza alcun ritocco alla pianta organica, il personale amministrativo è sceso a 31 unità: una ogni 13.387 abitanti. Udine? Una principessa, se si pensa che l'aggregazione della Procura di Tolmezzo ha portato in dote tutto l'organico presente nel capoluogo carnico. Adesso conta su 74 dipendenti: uno ogni 7.182 dei suoi 531.466 abitanti. Per non parlare di Trieste, vera regina delle Procure con 58 unità, una ogni 4.046 dei suoi 234.682 residenti. Recentemente il procuratore Raffaele Tito ha scritto al ministero evidenziando «situazione preoccupante». Un esempio su tutti. La pianta organica prevede 5 unità con qualifica di funzionario giudiziari. In seguito ai pensionamenti avvenuti tra il 2017 e il 2019, sono rimaste in servizio soltanto due persone. Di queste due, una andrà il pensione il prossimo 30 luglio e l'altra sarà trasferita a Treviso dopo l'estate, quando la scopertura raggiungerà il 100 per cento. Tito ha fatto presente che l'Ufficio è sempre stato penalizzato. Forse sconta il fatto che Pordenone è diventato provincia soltanto negli anni Sessanta, ma è incontestabile che, una volta allargato il bacino di utenza verso il Portogruarese, il carico di lavoro sia aumentato, con picchi fino al 30 per cento. Tanto che assegnare alla Procura un numero di funzionari parametrato alla pianta organica attuale sarebbe comunque penalizzante.

IL FUTURO
Finora spirito di servizio e senso di responsabilità hanno permesso al palazzo di giustizia di parare il colpo. Entro breve ci sarà l'ispezione ministeriale e con ogni probabilità si concluderà positivamente, come è sempre successo negli ultimi anni. L'ufficio del processo comincia però a scricchiolare. Soluzioni? Tenaglia è pessimista. «Le prospettive non sono tranquillizzanti - fa notare - In Fvg ci sono difficoltà a trovare laureati. I giovani si indirizzano verso corsi di laurea scientifici e il mercato del lavoro li assorbe. Da noi, rispetto ad altre realtà, il numero dei laureati in Giurisprudenza è contenuto, per cui ci sono meno partecipazioni ai concorsi». Secondo Tenaglia, il legislatore dovrebbe studiare percorsi che incentivino i giovani.

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