PORCIA - Si dirà che in questi casi è quasi prassi, che si tratta di un gesto dovuto. Sarà anche così, ma di scontato, in una storia tremenda come quella che ha portato alla morte Giovanni Zanier non c’è proprio nulla. Non è scontato, ad esempio, quello che succederà oggi, quando un “contingente” americano si presenterà alla porta di mamma Barbara e papà Sergio. Alla guida della delegazione il vertice massimo della base Usaf di Aviano, il generale Tad D. Clark.
L’autorità delle autorità entro il perimetro dell’avamposto Nato in provincia, dove presta servizio la 20enne Julia Bravo, che nella notte tra sabato e domenica ha travolto e ucciso con la sua auto il 15enne di Pordenone.
«Una notizia - ha commentato proprio mamma Barbara - che in un momento di estremo dolore ci fa un enorme piacere. Abbiamo già sentito il generale Clark e ci è sembrato assolutamente essere dalla nostra parte in questa vicenda assurda. È molto arrabbiato con la soldatessa che ha ucciso nostro figlio e non vorrebbe mai che la base di Aviano finisse sotto una cattiva luce. Non dev’essere così - dice ancora la madre di Giovanni Zanier -, perché né la base, né il generale sono responsabili per quanto è accaduto».
I DETTAGLI
L’incontro tra la delegazione americana capeggiata dal generale Clark e la famiglia Zanier avverrà oggi in forma strettamente riservata, come chiesto sia dai due genitori del povero Giovanni che dal “contingente” statunitense stesso. I contatti sono stati stretti grazie anche alla mediazione del Comune di Pordenone, che intrattiene rapporti stretti con i vertici della base Usaf di Aviano. Un altro incontro tra i massimi rappresentanti militari americani e le istituzioni era andato in scena ieri, quando il generale era stato a colloquio con il sindaco di Porcia, Marco Sartini.
«Quello dei rappresentanti della base di Aviano - ha concluso Barbara Scandella, la madre di Giovanni Zanier - è un gesto che ci riempie il cuore. Il generale, che ci hanno detto essere un padre, è sicuramente una persona che capisce l’enorme dolore che stiamo provando. E anche lui probabilmente non può perdonare chi si è reso responsabile».