Tra i candidati in attesa del test di Medicina: «Basta con questo esame, alla fine i medici più bravi scapperanno»

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Marco Agrusti
I candidati in attesa del test di Medicina
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Le eccezioni sono pochissime, peraltro figlie di ragioni tecniche (poco spazio fisico nelle università) e non di una convinzione morale di fondo.

Il resto è un fronte compatto, fatto di studenti costretti a rimanere in coda al caldo solo per sognare un posto a Medicina ma convinti che quell’esame “maledetto” sia definitivamente da consegnare al passato. Erano centinaia, ieri mattina alla Fiera di Pordenone, i candidati del “concorsone”. Di posti disponibili l’Università di Trieste ne mette a disposizione 180 in Medicina e 40 in Odontoiatria. Nello stesso momento, a Udine, altri ragazzi in coda per il medesimo motivo, con 150 studenti che potranno iniziare gli studi all’Ateneo su poco meno di 400 candidati. La maggior parte di chi ieri ci ha provato, insomma, dovrà ripresentarsi più avanti oppure rinunciare. Ed è la ragione per la quale tra i ragazzi il sentimento dominante era quello della protesta. «È arrivato il momento di abolire definitivamente il test d’ingresso - dice Ilenia, appunti in mano e aria tesa -. C’è bisogno di medici in tutta Italia e siamo costretti ad andare a prenderli dall’estero. Rischiamo di perdere tanti bravi professionisti del futuro, magari per una domanda di storia o cultura generale». E la proposta che arriva dalla viva voce dei candidati è più o meno una sola: «La scrematura la si faccia al primo anno accademico - dice Davide -. Chi non regge il ritmo degli esami e la complessità della materia lascerà da solo gli studi. Non si decida di sbarrare la porta d’ingresso incondizionatamente. Non è giusto». Solo qualcuno fa notare il fatto che «mancherebbero fisicamente gli spazi per accogliere tutti i candidati nelle università». Il resto è un coro di proteste, a pochi minuti da un esame che c’è ancora e che deciderà il futuro di centinaia di ragazzi. 

LE SPECIALIZZAZIONI


C’è poi la preferenza per una o l’altra specialità. Un dettaglio non da poco, in un quadro caratterizzato dalla carenza di professionisti in determinate branche della medicina. A dominare, tra i candidati, ci sono le varie chirurgie, la neurologia e anche il settore dell’estetica. Ma ci sono anche i “coraggiosi”, che dichiarano già a 19 anni di volersi immergere nel campo dell’urgenza. «Voglio far parte del settore dell’emergenza - spiega Simone, di San Vito al Tagliamento - perché chi prova ad entrare a Medicina non deve avere paura dei turni massacranti e del lavoro senza orari. I ritmi, durante il Covid, li hanno alzati tutti i medici. Spesso molti miei coetanei sono spaventati dall’urgenza e desiderano più stabilità. A me invece piace la responsabilità e trovo inoltre che nel settore dell’urgenza si possa imparare nettamente di più». Infine Chiara, che vuole fare il medico di base. «Perché trovo che sia importante un contatto quasi quotidiano con i pazienti». Ecco, loro due potrebbero cambiare idea dopo una bocciatura per una domanda di storia o geografia. 

Ultimo aggiornamento: 14:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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