Il termovalorizzatore adesso piace al Friuli Occidentale: dopo il sindaco di Valvasone il sì dei partiti. Ma il M5s fa muro

Martedì 11 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
Un termovalorizzatore

A esporsi sulla possibilità che un impianto di termovalorizzazione venga realizzato sul proprio territorio è stato per primo il sindaco di ValvasoneArzene, Markus Maurmair che con uno scritto di suo pugno ha spiegato che un impianto controllato dal pubblico che chiude il ciclo integrato dei rifiuti e che fornisca energia non deve far paura.

Dopo il sindaco, però, ci sono anche altri che si stanno allineando su questo fronte. In particolare, a dirlo senza problemi, sono i due responsabili provinciale del Terzo Polo, Claudio Zol di Azione di Claudio Calenda e Mauro Piva di Italia Viva che rappresenta Renzi. «Consideriamo assai ragionevoli le parole del sindaco di Valvasone Arzene». Come dire i nostri partiti ci sono. Del resto in campagna elettorale, lo stesso Ettore Rosato aveva spiegato che un termovalorizzatore in regione doveva essere realizzato, che la politica dei “no” dei 5Stelle non era più tollerabile e che con i sistemi moderni di oggi non ci deve più essere timore per l’inquinamento. Una apertura era pure arrivata dal sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, che si era detto d’accordo anche sul fatto che la gestione dell’impianto restasse i mano ai privati. 


IL PIANO


Se è vero che allo stato - come ha ripetuto tra l’altro l’assessore regionale Fabio Scoccimarro - che non esistono documenti ufficiali che diano il via libera sul territorio regionale a un impianto di questo tipo, è altrettanto vero che sul piano regionale dei rifiuti, realizzato dagli uffici dell’assessore Scoccimarro, c’è un intero capitolo in cui di fatto si spiega che proprio per chiudere l’intero ciclo in regione, senza essere costretti a portarli fuori pagando conti salati che poi ricadono sui cittadini, un impianto di termovalorizzazione è quello che serve. Insomma, un via libera. 


FRIULI OCCIDENTALE


Ma si può andare oltre. Erano tre i siti in regione compatibili con la realizzazione di un termovalorizzatore: la zona industriale Aussa - Corno, l’area avianese dove già insiste l’impianto della Snua e un’altra zona industriale, quella sanvitese Ponterosso. Aviano ha già alzato le barricate e a San Giorgio di Nogaro in quel sito dovrà essere realizzato un altro impianto siderurgico. Resta Ponterosso. In più nessun sindaco dei Comuni che insistono su quell’area, ha preventivamente messo le mani avanti minacciando tuoni e fulmini. Il primo cittadino di San Vito, forse quello più restio, ha detto che non c’è ancora nulla su cosa confrontarsi, quindi inutile neppure parlarne. Intanto, sulla realizzazione di un termovalorizzatore in regione Forza Italia non fa barricate, non ne fa neppure la Lega e tantomeno Fratelli d’Italia. Il Terzo Polo e favorevole e il Pd, per bocca del consigliere comunale, Nicola Conficoni anche se non ha cariche di partito, ha spiegato che non c’è una contrarietà a priori.


LE BARRICATE


Chi ha già iniziato ad alzare gli steccati sono i 5Stelle che vedono il termovalorizzatore come fumo negli occhi. «Secondo i fautori dell’impianto - spiega Mauro Capozzella - i costi per il conferimento all’estero del Css (combustibile solido secondario) che viene bruciato negli inceneritori, ammonterebbero a 5-6 milioni di euro, anche se mai nel dibattito vengono indicati i costi di gestione dei residui da combustione. A oggi, l’amministrazione non sa nemmeno se chi sbandiera l’idea brucerà rifiuti urbani o speciali, nè la loro quantità: elementi essenziali per capire anche la provenienza dei rifiuti da bruciare. Attraverso l’interrogazione, volevamo conoscere l’orientamento dell’amministrazione regionale sull’ipotesi in campo. L’ennesimo tavolo aperto ci fa soltanto intuire che c’è la disponibilità a valutare dove e quando realizzare l’inceneritore».

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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