Nuovo termovalorizzatore in Friuli, altra accelerazione: spunta un terzo progetto in regione, ecco dove

Domenica 3 Luglio 2022 di Loris Del Frate
Inceneritore

Tre siti, tre aziende.

Inizia a delinearsi in maniera più dettagliata quale potrebbe essere l’area in cui, in un futuro non troppo lontano, sarà realizzato il nuovo termovalorizzatore da 120mila tonnellate. Sono tre le aziende private che ambiscono ad avere l’autorizzazione anche se in molti, sia nella politica che tra le associazioni di categoria, spingono per una gestione pubblica. Di queste tre aree che hanno tutte le caratteristiche descritte dal piano regionale dei rifiuti per ospitare il nuovo impianto, una sembra essersi tirata avanti realizzando già un progetto per proprio conto che non è stato però ancora consegnato in Regione. Del resto la materia, ma soprattutto l’impatto che può avere una struttura di questo tipo sulla popolazione residente, induce tutti ad andare avanti con passi felpati e in maniera molto cauta. Anche perchè la posta in gioco, a cominciare dai finanziamenti che potrebbero arrivare è decisamente molto alta.


ECO SINERGIE


Dei tre siti possibili due sono in provincia di Pordenone, uno in quella di Udine. Il primo, tra i più accreditati, è in capo a Eco Sinergie che ha la dimora a San Vito. L’impianto di trattamento e stoccaggio dei rifiuti è ubicato nella zona di Ponterosso, un’area industriale compatibile anche con impianti di questo tipo. Due le linee di selezione, una per i rifiuti multimateriale e speciali, la seconda per il trattamento dei rifiuti cartacei. C’è poi una terza linea che produce combustibile solido secondario, il propellente per il termovalorizzatore. Eco Sinergie lo produce, ma spende diversi milioni per smaltirlo, oltre sei, e lo manda in Ungheria e in Emilia, oltre a Slovenia e Austria dove finisce in cementificio. Facile immaginare, quindi, che avere in casa un termovalorizzatore oltre a servirsi del Css che ora finisce fuori regione, ci sarebbe il vantaggio di guadagnare anche dall’energia prodotta.


SNUA


È il secondo impianto in provincia di Pordenone. I gestori sono molto interessati al nuovo impianto che - pare - abbiano già pronto un progetto definitivo. Di quale dimensione è rimasto ancora un dato riservato. Ad Aviano c’è una linea per la lavorazione del secco residuo da raccolta differenziata e multimateriale, c’è poi una linea per i materiali ingombranti e un’altra per i rifiuti speciali. Una buona parte di Css finisce in Ungheria e a Trieste, mentre lo stoccato da bruciare nei cementifici che è la quantità maggiore, va in Slovacchia, Austria e Slovenia. Anche in questo caso si paga per il trasporto. E gli altri producono energia.


NET


Il terzo impianto di trattamento interessato al termovalorizzatore è quello della Net a San Giorgio di Nogaro. La struttura è collocata nella zona industriale Aussa - Corno e l’impianto è strutturato su tre linee. Una per il trattamento delle frazione indifferenziata dei rifiuti, un’altra per il compostaggio dei rifiuti lignei - cellulosici e la terza è quella della trasformazione del rifiuto organico. Anche qui si produce combustibile da rifiuto che - come per gli altri impianti - finisce all’estero, in particolare Ungheria, Slovenia e diversi cementifici nell’Italia del Nord. La Net, rispetto agli altri due impianti, ha un vantaggio: è l’area più baricentrica delle due province di Udine e Pordenone dove il piano colloca il termovalorizzatore. Proprio sul piano regionale, tra le altre cose, è indicata la necessità che il sito sia il più baricentrico possibile rispetto all’area di conferimento.


HESTAMBIENTE


È il sito di Trieste dove già esiste il termovalorizzatore. Il piano regionale dei rifiuti spiega che il circolo integrato in regione non è chiuso perchè di fatto manca ancora un nuovo impianto come quello gestito a Trieste da Hestambiete. C’è però un particolare che pesa parecchio. La struttura triestina avrebbe una capacità complessiva per bruciare 204mila tonnellate. L’autorizzazione rilasciata dalla Regione ne consente 197mila, solo che la quantità trattata annualmente è di 97mila. Se venisse sfruttata in toto la quantità di rifiuti autorizzata se ne potrebbero bruciare circa 100mila in più che sono la quantità che dovrà avere l’impianto da costruire ex novo.

Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 14:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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