«Prigionieri dei tamponi», una famiglia di Fontanafredda scrive a Riccardi

Mercoledì 11 Novembre 2020 di Riccardo Saccon
«Prigionieri dei tamponi», una famiglia di Fontanafredda scrive a Riccardi
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FONTANAFREDDA - Arriverà sul tavolo del vicepresidente della Regione Fvg Riccardo Riccardi la mail con le proteste di una famiglia di Fontanafredda che si sente prigioniera della burocrazia e dei controlli per le misure di prevenzione legate al Covid-19.


Ieri la segreteria della presidenza della Regione ha infatti confermato a F.A.

di Fontanafredda di aver inoltrato a Riccardi la sua mail. Mail che l'uomo aveva inviata al servizio malattie infettive dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, in cui racconta quanto accaduto a partire dal 14 ottobre alla sua famiglia. «Il tutto nasce a metà ottobre racconta F.A. quando un collega di lavoro è risultato positivo e io quel giorno, ma solo quel giorno, ho avuto due linee di febbre, ma nessun altro sintomo. Decidiamo di tenere i bambini a casa. Poi inizia l'avventura dei tamponi. Il 19 ottobre mi sottopongo al primo tampone e risulto positivo. Ma di fatto asintomatico. Viene poi scelto di continuare con la quarantena con tampone finale al fine di avere un certificato per poter rimandare i figli a scuola».

Coronavirus, ondata di ricoveri di bambini: "Il contagio tra casa e scuola"

PADOVA Diciassette sono i bimbi ricoverati in questo mese di novembre per il Covid nella pediatria dell' ospedale di Padova. In pratica, il 10% dei 170 adulti ora degenti per le complicanze causate dal virus. Un numero elevato, quindi, se si tiene conto che nella prima ondata della pandemia i contagi tra i più piccoli erano rarissimi.


«Il 29 ottobre - prosegue - tutti e quattro andiamo al Deposito Giordani e due giorni dopo l'esito dei tamponi evidenzia che padre e figlia sono negativi mentre moglie e figlio sono positivi. La notizia viene prima letta online e comunicata direttamente il 3 novembre. Ma già il 30 ottobre ci chiamano per darci un appuntamento, ma noi il tampone lo avevamo fatto il giorno prima e il 2 novembre arriva una nuova telefonata per capire se avevamo fatto il tampone in mattinata...». Sono in effetti giorni difficili al Dipartimento, con mancanza di personale e qualche problema organizzativo e così si cumulano telefonate su telefonate. Il nuovo tampone la famiglia lo fa il 7 novembre e i figli risultano negativi e la moglie positiva, ma asintomatica. «Oggi martedì 10 novembre ci chiamano per fissare il prossimo appuntamento a cui dovrò sottopormi anche io, perché come ha comunicato chi ci ha chiamato il mio tampone è ormai troppo vecchio. Il tutto il prossimo 14 novembre. Vorremmo uscire da questa spirale e vorremmo anche poter rimandare a scuola i nostri figli, rimasti a casa ormai da troppo tempo. Da subito ci siamo comportati da persone responsabili, abbiamo seguito la prassi. E nessuno ha avuto problemi, tanto che gli stessi operatori avevano detto in un primo momento che all'ultimo appuntamento mia figlia poteva anche non fare il tampone perché tanto è sempre stata bene. Le linee guida dello scorso 12 ottobre parlano in modo chiaro. Per fortuna abbiamo i genitori che vanno a fare la spesa e io posso lavorare da casa».
Ma gli operatori hanno spiegato che, effettivamente, avendo vissuto tutti assieme e non avendo proceduto con un isolamento delle persone positive, dovranno essere liberati dall'obbligo della quarantena tutti assieme e solo quando il tampone di tutti e quattro sarà negativo. Anche i figli sino a tale momento non potranno andare a scuola, anche se negativi.

Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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