PORDENONE - Si fa sempre più cruenta la guerra dei carrelli, con porterà a breve in città e in provincia nuove e ben armate truppe nel settore dell'alimentare a basso prezzo. L'invasione annunciata, in particolare del gruppo tedesco Aldi, che intende mettere radici a 15 punti vendita, sta preoccupando non poco gli alimentaristi, che già da tempo combattono a colpi di riduzione dei prezzi, per strappare ai concorrenti una manciata di consumatori. Proprio così, una manciata, se si considera che nel solo territorio comunale ci sono ben 40 supermercati, ovvero uno ogni 1.250 abitanti, compresi neonati, anziani e disabili.
«Nell'ultimo quinquennio - spiega Sergio Bertanza, presidente del comparto alimentaristi dell'Ascom Confcommercio - in generale i prezzi dei prodotti sono scesi costantemente, di anno in anno, tra l'1 e il 2% e, inoltre, ha debuttato sul mercato (ed è sempre più consistente) l'offerta all'ultimo sangue: un sottocosto in cui ci rimette il produttore, ci rimette il distributore e, infine, ci rimette pure il venditore. Nonostante ciò i consumi sono stagnanti e ci stiamo rovinando a vicenda - considera Bertanza, che gestisce un supermercato Crai -. Senza contare che le politiche al ribasso incidono sulla qualità dei prodotti che via via finiranno con l'essere sempre più scadenti. A lungo andare, la sofferenza diventerà insostenibile e le chiusure saranno inevitabili»......
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Nell'ultimo quinquennio - spiega Sergio Bertanza, presidente del comparto alimentaristi dell'Ascom Confcommercio - in generale i prezzi dei prodotti sono scesi costantemente, di anno in anno, tra l'1 e il 2% e, inoltre, ha debuttato sul mercato (ed è sempre più consistente) l'offerta all'ultimo sangue: un sottocosto in cui ci rimette il produttore, ci rimette il distributore e, infine, ci rimette pure il venditore. Nonostante ciò i consumi sono stagnanti e ci stiamo rovinando a vicenda - considera Bertanza, che gestisce un supermercato Crai -. Senza contare che le politiche al ribasso incidono sulla qualità dei prodotti che via via finiranno con l'essere sempre più scadenti. A lungo andare, la sofferenza diventerà insostenibile e le chiusure saranno inevitabili»......