Stranieri, la mappa delle presenze in Fvg: in aumento nel pordenonese e area triestina

Una buona parte trova sistemazione sul territorio e cerca l'integrazione studiando l'italiano. Sale il tasso di scolarizzazione

Sabato 18 Marzo 2023 di Antonella Lanfrit
Questura Pordenone

Aumentano i residenti stranieri in Friuli Venezia Giulia da 114.863 del 2020 a 116.624 del 2021 -, per un'incidenza sulla popolazione totale del 9,7%, superiore al livello nazionale (8,9%) ma inferiore a quella del Nordest, che arriva al 11,2 per cento.

Il 40% dei permessi di soggiorno a termine è rilasciato per motivi familiari, il che testimonia la preponderanza dei ricongiungimenti fra le motivazioni degli arrivi. A Trieste e Gorizia prevalgono i permessi di soggiorno per protezione, in provincia di Pordenone il 32,3% è rilasciato per motivi di lavoro.


LA MAPPA
Sono alcuni dei numeri che compongono la mappa della presenza straniera in Friuli Venezia Giulia, secondo dossier statistico immigrazione 2022 del Centro studi e ricerche Idos, presentato ieri all'assemblea elettiva di Anolf Fvg, l'Associazione nazionale oltre le frontiere promossa e sostenuta dal sindacato Cisl. Alla presidenza per i prossimi quattro anni è stato rieletto Ahmed Faghi Elmi che, leggendo in filigrana il Rapporto ha sottolineato la necessità «di governare l'emigrazione a livello europeo» e «di promuovere anche a livello regionale maggiori azioni per un'accoglienza e un'integrazione seria, che non si limiti all'emergenza ma guardi al lungo periodo».


IL LAVORO
Elementi distintivi di tali azioni, ha proseguito, «devono essere lo sforzo ad impegnare in modo attivo le persone che arrivano qui e l'ampliamento delle possibilità per imparare l'italiano. È così che si fanno propri i diritti e i doveri del luogo in cui si vive». Presente all'evento anche l'assessore regionale all'Immigrazione, Pierpaolo Roberti, che ha confermato come «la via necessaria per l'integrazione sia il lavoro. Per questo la Regione, nei limiti delle proprie competenze in materia, ha messo al primo punto della nuova legge sull'immigrazione proprio le politiche occupazionali che devono accompagnare gli stranieri nel loro percorso di inserimento lavorativo in Friuli Venezia Giulia».


IL RUOLO
Ha inoltre riconosciuto all'Anolf «un ruolo particolarmente importante in una logica di collegamento con quegli Stati maggiormente coinvolti nelle dinamiche migratorie verso l'Italia». Nel 2021 i lavoratori stranieri nel mercato regionale rappresentavano il 10,6% del totale e il Friuli Venezia Giulia si collocava al settimo posto fra le regioni italiane per incidenza straniera sugli occupati e al primo posto, insieme al Veneto, per il basso tasso di disoccupazione di questa parte di popolazione: il 9,3%, che è comunque superiore di oltre quattro punti rispetto al tasso di disoccupazione degli italiani. Gli occupati sono per il 92,1% dipendenti, anche se nel quinquennio 2016-2021 le imprese condotte da stranieri hanno raggiunto quota 13mila.


LA SCUOLA
Insieme al lavoro è la scuola l'altra area strategica per l'integrazione. Gli alunni con cittadinanza straniera nell'anno scolastico 2020/2021 erano 20.091, in diminuzione rispetto alla crescita costante registrata nell'ultimo decennio, ma comunque in grado di incidere per il 13% sulla popolazione scolastica complessiva, pari a 154mila 638 unità. Tale percentuale è più alta a Gorizia (16,5%) e a Pordenone (15,3%), mentre a Trieste e Udine supera di poco l'11 per cento. Nelle scuole regionali sono presenti alunni di circa 140 nazionalità, portatori di decine di lingue di origine «spesso non adeguatamente valorizzate» si legge nel rapporto.


I NATIVI
La quota di stranieri nati in Italia è in aumento, «con valori molto elevati» nelle scuole dell'infanzia e della primaria. E dopo le medie che scuole intraprendono gli alunni stranieri? Il Rapporto Idos evidenzia che anche tra di loro è in aumento la scelta del liceo (30,6% nel 2020/2021), come quella di un istituto tecnico, arrivata al 41,7 per cento. In flessione, invece, gli iscritti a scuole professionali, scesi dal 29,6 al 27,7 per cento. «Aumenta la quota di stranieri che opta per un percorso di studi forse meno immediatamente spendibile sul mercato del lavoro, ma che probabilmente assicurerà loro un'occupazione più remunerativa», conclude il dossier.

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