Strade ex provinciali nel degrado, il viaggio tra le buche è un'odissea

Giovedì 2 Gennaio 2020 di Marco Agrusti
Le strade ex provinciali sono nel degrado
1
PORDENONE - Un piano straordinario come quello varato per l’edilizia scolastica superiore. Un ordine urgente alla società controllata, cioè Fvg Strade, e un finanziamento extra-bilancio per tappare buche, asfaltare e ripristinare in molti casi le condizioni di minima sicurezza. È l’appello che arriverà in Regione e che inaugurerà un nuovo periodo di una partita ancora lunga da giocare, quella relativa allo stato delle 73 strade ex provinciali. Lo firmeranno idealmente molti sindaci del Friuli Occidentale, dal momento che la riforma degli enti locali non prevede, almeno nel primo anno dall’entrata in vigore, il passaggio delle competenze in materia dalla Regione ai nuovi soggetti. 

IL PROBLEMA
Dal 1 aprile l’addio alle Uti sarà ufficiale e definitivo. Ai nuovi soggetti creati dalla riforma regionale delle autonomie passeranno le competenze legate all’edilizia scolastica superiore, ma non quella relativa alle strade ex provinciali. «Siamo consapevoli - ha detto l’assessore regionale Pierpaolo Roberti - di essere di fronte a due emergenze: quella relativa all’edilizia scolastica e quella che riguarda le strade. Ma abbiamo scelto di dare la priorità alle scuole. Nell’immediato, quindi, non trasferiremo le competenze sulla manutenzione stradale ai nuovi enti». Una doccia fredda per chi immaginava da subito il ritorno effettivo alle vecchie Province. Un’emergenza in più senza una soluzione. A farsi portavoce della richiesta utile a tamponare il problema è il sindaco di San Giorgio della Richinvelda, Michele Leon. «La manutenzione delle strade ex provinciali è praticamente bloccata dalla riforma Serracchiani che ha istituito le Uti - spiega - e alla Regione chiediamo un piano straordinario e urgente». 

LA MAPPA
L’ex provinciale 6 tra Rauscedo e San Giorgio, la viabilità spilimbegrhese nei pressi della Cimpello-Sequals, l’ex provinciale 14 a Pasiano, alcuni tratti della Val d’Arzino, specialmente nel tratto in pianura. E ancora Cordovado, Morsano, la Bassa. «Si chiude una buca - è la fotografia regalata dal sindaco Leon e condivisa da molti suoi colleghi - e se ne apre subito un’altra». Le ex provinciali sono al limite dell’abbandono, e nel novero dei problemi rientrano anche i guadi sul Meduna, costosi da mantenere ed estranei alla competenza dei Comuni. 
La Regione di recente ha garantito lo stanziamento di 5 milioni di euro per le asfaltature, ma è stata privilegiata la fascia montana, che ha attirato la maggior parte dei finanziamenti. Interventi doverosi, ma una coperta ancora troppo corta per poter rattoppare strade trafficate e ormai pericolose visto lo stato di manutenzione. Il nuovo ente che sostituirà a livello provinciale le Uti in scadenza si dedicherà alle scuole, e come fardello sarà già bello pesante. Ma la Regione non potrà sottrarsi alla soluzione dell’emergenza legata alle ex strade provinciali. 
Ultimo aggiornamento: 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci