PORDENONE - Qualche giorno fa si è rivolta a uno studio legale pordenonese perché voleva sapere come difendersi dalle molestie che stava subendo.
L'ARRESTO
L'attività dei poliziotti ieri non è passata inosservata nel reparto in cui lavora la 50enne, anche perché la donna avrebbe manifestato una certa contrarietà rispetto all'operato degli investigatori, il cui intervento ha creato un certo scompiglio. Gli uomini della Squadra Mobile si sono presentati sul posto di lavoro a metà pomeriggio per eseguire il provvedimento e, contemporaneamente, sottoporre a perquisizione la scrivania e gli spazi che sono nella disponibilità dell'indagata. Una perquisizione informatica avrebbe interessato anche i computer utilizzati per motivi di lavoro dalla dipendente dell'AsFo, con lo scopo di recuperare materiale che potrebbe tornare utile alle indagini o confermare gli elementi finora raccolti. LA VITTIMA Il destinatario delle lettere minacciose e diffamatorie che sono state attribuite alla cinquantenne è un militare. I contenuti delle missive sarebbero molto pesanti e farebbero riferimento a reati molto gravi attribuiti alla vittima. Scritti anonimi, dello stesso tenore, sono stati inviati anche ad amici, parenti e colleghi del militare creando situazioni imbarazzanti e dolorose. L'uomo, esasperato, ha deciso di tutelarsi sporgendo denuncia. La donna avrà la possibilità di fornire la sua versione dei fatti nel corso dell'interrogatorio di garanzia previsto davanti al Gip.