Sparatoria di Caporiacco. Chi è "Fru": «Lavora per i figli, quell'uomo era solo un amico»

Giovedì 17 Marzo 2022 di Alberto Comisso
Firewoin Zemichael Gebresilasse

Una donna affascinante. Fru, come la chiamano affettuosamente gli amici, è originaria di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, ma da tantissimi anni vive in Italia. Al civico 12 di via Versa, nelle frazione di Savorgnano, in un condominio Ater, risiede dal 2013, da quando quel complesso residenziale, formato da due blocchi, è stato costruito. Lì tutti si conoscono ma, come ha fatto presente un’inquilina senza troppi giri di parole, «molti si fanno gli affari propri e così – abbozza un sorriso – viviamo meglio». Firewoin Zemichael Gebresilasse, 43 anni, è una donna solare ma, allo stesso tempo, molto riservata.

Non dà molta confidenza, ma con gli amici è un libro aperto. 


IL LUTTO


Meno di un anno fa ha perso il marito, colpito da un infarto, e da quella volta la sua vita è cambiata: ha sentito addosso tutto il peso di dover mantenere da sola due figli: la più grande frequenta l’università a Venezia, il più piccolo frequenta la prima superiore. Ama la musica, in particolare quella di Vasco Rossi, e i gatti. È lei che si prende cura di quelli randagi che si vedono aggirarsi in via Versa. Fru, che prima di Savorgnano viveva a San Giovanni di Casarsa, si è sempre data parecchio da fare. Sino a qualche settimana fa assisteva un’anziana donna, che però all’improvviso è morta. Non si è data per vinta e si è resa subito disponibile a fare pulizie domestiche in qualche famiglia che conosce: un impegno di qualche ora, giusto per riuscire a portare a casa qualche soldino.


A SAVORGNANO


Arriviamo a Savorgnano quando ancora pochissime persone sanno che Fru è stata coinvolta nella sparatoria di Caporiacco. Le notizie sono molto frammentarie e nessuno vuole credere al fatto che sia lei la persona ferita. Ci apre per prima Ketty Favaretto, che abita al piano terra. «Ma sta scherzando? Non può essere vero, non è lei». La mano comincia a tremarle, fa qualche passo indietro e, prima di chiudersi dietro la porta di casa, sospira: «Scusi, è una mia amica. Non mi va di parlare». È poi la volta di Roberto, che abita in una delle villette di fronte al civico 12/A: «Ci conosciamo di vista, nonostante io abiti qua dal 1983 e lei sia arrivata da quasi una decina di anni. Sa, sono le classiche persone che magari incroci tutti i giorni ma con le quali non vai oltre al classico buongiorno e buonasera. Mi dispiace molto che sia stata ferita, spero che si possa riprendere quanto prima». 


IL VICINO


Chi conosce bene Firewoin Zemichael Gebresilasse è Marco Mammone, che risiede al piano terra del blocco al civico 12 B. Apre la porta di casa, è un po’ confuso. «Ho appena letto su internet che una donna è stata colpita da alcuni proiettili: è lei? Siete sicuri? No, guardi, non può essere vero. Siamo amici e proprio stamattina (ieri per il lettore, ndr), alle 9.30, le ho scritto il messaggio del buongiorno. Solitamente mi risponde quasi subito, oggi no». Non ha sospettato che le fosse successo qualcosa di grave. «Fru – racconta con la voce un po’ tremante – è una donna solare e sempre gentile, che difficilmente esce dalle righe. Essendo vicini di casa, ci si vede e, quando capita, si trascorre del tempo insieme. È un’amica alla quale tengo molto e sapere che adesso si trova in ospedale mi angoscia parecchio». Mammone sapeva che Fru, da qualche tempo, si frequentava con Enzo Minisini. «Lo vedevo spesso da queste parti – ricorda – ma da quello che so, lei aveva messo le cose in chiaro: nessuna relazione sentimentale. Semplicemente amici, niente di più. Vai tu a sapere – allarga le braccia – cos’è successo. Lei, che ha già sofferto molto per la scomparsa del marito, non merita tutto questo». È’ un po’ quello che riferiscono gli altri vicini che sperano di poter rivedere e riabbracciare quanto prima la “loro” Fru.

Ultimo aggiornamento: 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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