Spara e uccide una gatta incinta, Kira muore dopo ore di agonia

Venerdì 8 Maggio 2020 di Alberto Comisso
Inutili i tentativi di salvare Kira da parte del veterinario
CASARSA Le hanno sparato con una pistola ad aria compressa. Kira, una gattina gravida di un anno, è morta dopo un’agonia durata diverse ore. Il veterinario, al quale la micia è stata affidata, non è riuscito a salvare lei e i due gattini che portava in grembo. Arriva da San Giovanni questa storia agghiacciante e crudele. Kira era diventata la ragione di vita della sua padrona, Brigitte Verolin, una donna invalida al cento per cento che ieri ha deciso di sporgere querela (contro ignoti) alla stazione dei Carabinieri di Casarsa.
LA SCOMPARSA
Il 4 maggio la gattina esce di casa e non fa più rientro. Solitamente non si allontana molto e quando è l’imbrunire con un miagolio avverte la padrona che è tornata. Quel giorno però non va così. Brigitte Verolin, preoccupata, comincia a cercarla. Nelle vicinanze ci sono soltanto tre casolari, non deve essersi spinta molto oltre. È buio quando la donna si rassegna: ha cercato la gattina in ogni dove, ha chiesto ai vicini se l’hanno vista. Niente, nessuno si è accorto di Kira. Di lei si sono perse le tracce.
IL RITORNO
È mezzanotte passata quando la gattina si presenta sul pianerottolo di casa. Sanguina vistosamente, la proprietaria la prende in braccio e prova a tranquillizzarla. La gatta è molto sofferente: ha un foro nella pancia e un bozzo che al tatto si sente benissimo. La donna pensa sia rimasta impigliata ad una rete o che si sia fatta male con un oggetto contundente. Non immagina neanche che qualcuno poco prima possa averle sparato con una pistola ad aria compressa, perforandole intestino e utero. La mattina seguente Kira partorisce un gattino morto.
LA CLINICA 
A quel punto Brigitte Verolin si rende conto che la situazione è grave, che non c’è tempo da perdere. Carica in macchina la sua gatta a la porta alla clinica veterinaria di Madonna di Rosa diretta Luigi Bomben. Il veterinario capisce cos’è successo, ma è troppo tardi per intervenire. Kira è ancora viva, ma la funzionalità di alcuni organi interni è irrimediabilmente compromessa. La gattina si contorce, e muore poco dopo aver partorito altri due micetti morti. 
LA DENUNCIA
La proprietaria non si dà pace e ieri mattina decide di denunciare l’accaduto ai carabinieri di Casarsa. Ora è caccia alla persona che, con una pistola ad aria compressa, ha ucciso la gatta: rischia la reclusione da quattro mesi a due anni. Verolin avverte dell’accaduto Laura D’Amore, responsabile del Nucleo guardie eco-zoofile Oipa della Destra Tagliamento, e contatta Striscia la notizia, chiedendo l’intervento di Edoardo Stoppa. «È due notti che non dormo – non si dà pace la donna –. Chi ha fatto quel gesto non è una persona, non merita di essere definito tale. Qualche sospetto? Non ne ho. Abito in una zona dove ci sono tre casolari, dove le persone si conoscono tra loro. Kira era una micia stupenda e molto affettuosa. Le hanno fatto fare una fine orribile: non se le meritava. Spero che i carabinieri riescano ad identificare il responsabile, perché sino a quella volta non mi darò pace».

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Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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